Essere adolescenti in pandemia: il laboratorio al Leardi e al Luparia
I ragazzi aiutati in questo 'esperimento' emozionale dalla psicologa Enrica Ferrari
CASALE – Il ritorno alla didattica in presenza ha rappresentato per gli studenti un momento importante: l’emergenza sanitaria, con le sue doverose limitazioni per la prevenzione del contagio, soprattutto sui più giovani ha causato smarrimento, isolamento non soltanto fisico ma anche psicologico. Per offrire un’opportunità di scambio e di comunicazione delle proprie sensazioni e le proprie fragilità, presso l’istituto Leardi e Luparia, grazie al prezioso contributo della psicologa Enrica Ferrari, sono stati organizzati per diversi gruppi-classe laboratori di espressione emozionale.
«Si è trattato di un’occasione per parlare, a partire da alcune attività, di sé, del proprio stato d’animo, delle difficoltà che si sono vissute nello studio e nella propria quotidianità di adolescente al tempo del Covid» spiega la dottoressa Ferrari. In un primo incontro, offerto agli alunni delle classi 5aA Agrario e 2aA Liceo artistico Angelo Morbelli, è stato possibile avviare il dialogo grazie a stimoli come brevi testi, parole significative e frasi: «Nessuno era obbligato a intervenire attivamente, poteva soltanto leggere in silenzio, eppure la risposta è stata molto positiva, – continua la psicologa – ognuno con i propri tempi ha partecipato: c’è chi ha avuto modo di raccontare a voce il proprio sentire, chi ha saputo vincere la timidezza lasciandosi andare attraverso la scrittura.»
Per gli alunni della seconda liceo artistico, inoltre, in un ulteriore appuntamento che si è svolto lo scorso 28 aprile è stato possibile far interagire l’espressione di sé con l’arte e la creatività: grazie alla professionalità della psicologa, è stato possibile organizzare un atelier artistico, durante il quale i partecipanti hanno potuto dare sfogo del loro estro e, allo stesso tempo, delle proprie emozioni.
«Ci è stato proposto di realizzare, con la tecnica dell’acquerello, un soggetto che ci rappresentasse – raccontano gli alunni partecipanti. – Non ci sono state fatte particolari imposizioni: avevamo a disposizione carta, pennelli e una gamma di colori per realizzare un’opera a nostro piacimento. Qualcuno di noi inizialmente era scettico sulla proposta, ma dobbiamo ammettere che ci siamo ricreduti: a parte la piacevolezza dell’attività, commentare insieme all’esperta e ai compagni i nostri disegni ci ha fatto comprendere alcuni aspetti di noi di cui non avevamo consapevolezza».