Centro Benedicta, cantiere infinito: ditta fa ricorso contro la revoca dell’appalto
L'impresa che si è aggiudicata i lavori non ha mai firmato il contratto. La Provincia l'ha esclusa ma ora c'è di mezzo il Tar
BOSIO — Non c’è pace per il Centro di Documentazione della Benedicta, la struttura che dovrebbe sorgere ai piedi dell’antica cascina dove nel 1944 le truppe nazifasciste fecero strage di partigiani.
La Provincia ha revocato l’appalto assegnato alla ditta barese Manutenzioni srl, che si era aggiudicata i lavori di completamento dell’edificio. Ma l’azienda ha presentato ricorso al Tar opponendosi al provvedimento, e i tempi per il completamento del Centro rischiano di allungarsi ancora.
Secondo Palazzo Ghilini, l’impresa di Molfetta non si è mai presentata a firmare il contratto, adducendo diverse scuse. La Manutenzioni ha inoltre contestato il valore della casa cantoniera di Ponti (250 mila euro), che la Provincia avrebbe ceduto alla ditta come parte del compenso per i lavori.
L’impresa di Molfetta ha chiesto alla Provincia di esibire la perizia di stima sulla casa cantoniera: in pratica voleva capire se Palazzo Ghilini avesse “gonfiato” il valore dell’edificio. La Provincia dapprima aveva rifiutato di esibire la perizia, sul presupposto che la ditta aveva già accettato l’immobile come parziale compenso dei lavori e ora non poteva accampare scuse. Il tira e molla è andato avanti quasi quattro mesi, fino a quando la Manutenzioni non ha fatto una formale richiesta di accesso agli atti: a quel punto la Provincia ha consegnato la perizia, avvertendo però che non avrebbe accettato una revisione della stima della casa cantoniera, «liberamente e consapevolmente accettata dall’impresa e pertanto da considerarsi ormai quale “prezzo di acquisto” dell’immobile contrattualmente vincolante».
Invece la Manutenzioni voleva proprio rivedere quella stima prima di firmare il contratto con la Provincia, che però ha ribadito come l’azienda avrebbe dovuto verificare prima il valore dell’immobile e «modulare opportunamente il ribasso proposto per l’esecuzione dei lavori in funzione della valutazione ritenuta più congrua».
Così Palazzo Ghilini ha deciso di revocare l’appalto e mettere fine alla vicenda. Che però oggi si riapre con il ricorso al Tar da parte della Manutenzioni.
Il cantiere del Centro di documentazione della Benedicta è fermo da tempo. Iniziato nel 2011 (sulla base di una decisione che risale al 2006), per completarlo sono stati stanziati 1,5 milioni di euro a carico di Regione e Provincia. I lavori sono stati funestati da diversi stop, inconvenienti tecnici e pure il fallimento di una delle ditte che si era aggiudicata l’appalto del primo lotto. E anche l’appalto del secondo lotto sembra essere abbastanza sfortunato. Peraltro, l’opinione sul progetto è quasi unanimemente negativa: le associazioni ecologiste lo contestano per l’impatto ambientale, mentre gli amministratori locali sottolineano che la gestione sarà molto costosa. Inoltre l’edificio è lontano dai centri principali e difficilmente raggiungibile dai pullman.