Mense: “No a ulteriori spese visti i risparmi. Gli uffici stanno verificando”
L'assessore Silvia Straneo risponde sul caso sollevato dal Pd
ALESSANDRIA – “E’ stato montato su un caso inutilmente. Ma soprattutto non è stato nascosto nulla”. Queste sono le prime parole di commento dell’assessore di Palazzo Rosso Silvia Straneo (foto sotto) dopo il ‘caso mense’ sollevato dal gruppo di minoranza, il Pd, nella commissione Bilancio che trattava del previsionale 2021-2023 in votazione giovedì in Consiglio comunale.
“Gli uffici stanno verificando i costi in più della cooperativa, sulla base quindi delle loro richieste. Ma se da un lato ci sono costi per dispositivi di protezione, magari qualche ora di straordinario o costi aggiuntivi per il trasporto, ma interno ai plessi – nel senso che noi per il Covid abbiamo sacrificato i refettori e abbiamo deciso di utilizzare le aule per i pasti, che non sono tutte a pian terreno e che danno il pranzo su 3 turni – dall’altro vista la particolarità dello scorso anno scolastico e anche di questo ci sono anche dei risparmi, oltre che degli oneri in più”.
Queste sono solo alcune delle premesse fatte dall’assessore Straneo, prima di confermare che le cifre non sono quelle fatte emergere dalla minoranza: “ Dalle previsioni sui controlli sul 2021 non ci dovrebbero essere costi in più. E sembra ormai certo che anche le spese per l’anno 2020 siano contenute nel bilancio. Quindi nessuna spesa fuori bilancio come è stato paventato”.
Si sta parlando comunque di costi che non si potevano prevedere ad inizio anno, a settembre, “con un servizio scolastico che è iniziato nell’incertezza, con punti interrogativi sul personale, sugli spazi, sugli orari- ha spiegato Silvia Straneo – Noi abbiamo comunque deciso di mantenere il servizio tradizionale. E questo è stato l’unico imput che ho dato a livello politico: no lunch box come era permesso dalla normativa Covid e non più di tre turni per il pasto”. Per questo le interlocuzioni con la ditta, la cooperativa Solidarietà e Lavoro, sono iniziate a settembre, come scritto nella nota di cui parla il consigliere Abonante. “Perché si cercava di capire e di decidere come partire….Quindi non ho nascosto nulla!”.
Tutto comunque il discorso non si riverserà sulle famiglie: “ci tengo a sottolineare che le tariffe sono le stesse dal 2012, anzi con qualche piccola riduzione per alcune categorie”. Quindi non si saranno ripercussioni economiche sull’utenza.
E sul Comune?
Per quanto riguarda il 2021, “sul bilancio di previsione si possono fare eventualmente delle variazioni. Non c’è la sfera magica e come dice il nome, si fanno previsioni che in corso d’opera possono cambiare. Nessuno sapeva che il Covid avrebbe ridimensionato tutto e ci avrebbe obbligato a ‘riorganizzare’ il servizio di refezione. Qualche costo in più imprevisto potrebbe esserci. Ma potrebbe anche essere compensato dai risparmi, visto che rispetto al costo del servizio annuale si è speso meno per le chiusure”.
Sul 2020 “se ci sarà la conferma dagli uffici rispetto alle richieste della cooperativa allora si prenderanno dalle spese impreviste. Abbiamo tutti gli strumenti giuridici e normativi per coprire le spese. Quello che è certo è che non uscirà un centesimo in più dalle casse del Comune se non è dovuto” ha sottolineato Silvia Straneo che sull’aspetto finanziario si fa forza delle capacità della collega di giunta, l’assessore al Bilancio Cinzia Lumiera. Preoccupazione che sembra già svanire, visto che i conteggi e i controlli degli uffici porterebbero a garanzie su costi che rientrano nei due bilanci in questione, senza discrepanze.
Le domande ad Abonante
Nel concludere su come stanno le cose, l’assessore Silvia Straneo si rivolge all’ex assessore al Bilancio della giunta Rossa, Giorgio Abonante.
“Più che tirare fuori queste questioni e fare a me delle domande, vorrei che fosse lui a rispondere a me su come gestiva lui la partita della mensa quando amministrava. Visto i costi spropositati del servizio che mi sono trovata: con la nuova gara d’appalto i costi si sono notevolmente ridotti… e non certo a discapito della qualità del servizio. Come mai prima si spendevano 500 mila euro in più l’anno rispetto l’attuale contratto?“. Oggi i buoni pasti sono 4,77 euro. Prima erano di 6 euro: “i costi del servizio che mi sono trovata erano esorbitanti. E ora stiamo a sindacare su eventuali (e non ancora certe) spese in più in un anno particolare ed emergenziale come questo?!?”.