Bruno Pesce: «Serve una condanna per dare giustizia a malati e morti d’amianto»
CASALE – In occasione della Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto incontriamo al parco Eternot (sorto nel luogo che ospitava la fabbrica Eternit) Bruno Pesce, storico sindacalista e anima dell’Afeva, tra i pionieri della lotta che continua a portare avanti da oltre 40 anni. Il 9 giugno inizierà a Novara il cosiddetto processo Eternit Bis con Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario dell’Eternit in vita, imputato per omicidio volontario. L’occasione della ricorrenza odierna è utile per ‘fare il punto’, oltre che sul tema della giustizia, anche su bonifica e ricerca.
«Adesso occorre fare dei passi in avanti in modo ancora più pianificato – spiega Pesce – Oggi a morire sono i cittadini, 50 all’anno solo a Casale, una settantina nel territorio. Finché che non c’è una condanna non possiamo dire che i malati e i morti hanno ottenuto giustizia». E ancora: «Vanno recuperati i ruoli istituzionali, se riusciremo a dare un colpo forte su questi tre fronti presto tireremo un sospiro di sollievo. Il rilancio del territorio non è in alternativa alla lotta all’amianto e per la salute. I due fronti devono andare avanti comunque. Sono speranzoso perchè vedo nei giovani e nelle scuole un impegno».