“I Cav non hanno mai criminalizzato le donne che intendono abortire”
Il presidente di Federvi.P.A., Larocca, risponde al sit-in dello scorso weekend
ALESSANDRIA – Claudio Larocca, presidente Federvi.P.A. – Federazione Centri di Aiuto alla Vita e Movimenti per la Vita di Piemonte e Valle d’Aosta interviene in merito a quanto dichiarato dagli organizzatori (Nonunadimeno, ndr) del flash mob di sabato 17 aprile.
“La legge 194/78 – spiega – prevede la collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita. La Regione Piemonte attua semplicemente una previsione di legge; Federvi.P.A. è l’unica organizzazione che in Piemonte può rappresentare 33 Cav presenti sul territorio e parlare a nome del Movimento per la Vita Italiano che si è sempre distinto, nello stile rispettoso e nel linguaggio accogliente, da altre sigle pro-life; in oltre 40 anni di quotidiano servizio i Cav, pur ribadendo l’oggettiva presenza e il diritto del concepito alla vita (C. Cost. S. 35/1997), non hanno mai criminalizzato le donne che intendono abortire, ma le hanno accolte con delicatezza e discrezione, non sminuendo le paure, ma neppure il celato desiderio di superare gli ostacoli per avere la forza di accogliere il figlio; la legge 194 non prevede alcun diritto incondizionato all’aborto e non si limita a normare un accesso sicuro, gratuito e garantito all’interruzione volontaria di gravidanza, ma riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio, richiedendo infine che lo Stato, le regioni e gli enti locali sviluppino iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.
Non solo: Larocca ricorda che “i nostri volontari non mettono in atto alcuna propaganda ideologica e non costringono in alcun modo chi si rivolge a loro a proseguire a tutti costi la gravidanza, ma ascoltano i problemi delle donne e se ne fanno carico con i pochi mezzi a disposizione, evitando che una mamma ricorra all’aborto anche quando il figlio lo vorrebbe, solo perché non trova il sostegno necessario. È proprio attraverso questo tipo di aiuto che viene garantita una vera libertà, fornendo alternative che consentano di non avere nell’aborto una scelta obbligata e quindi contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza (legge 194/78 art. 2 lettera d)”.
Secondo il presidente Federvi.P.A., inoltre, “è falso sostenere che i consultori siano nati per garantire il diritto all’interruzione della gravidanza” e che gli stessi debbano “demandare a dei privati non professionisti l’assistenza psicologica. La legge 194 all’articolo 5 richiede ai consultori di aiutare la donna a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto. Addirittura tra i compiti affidati ai consultori dalla legge non figura neppure la certificazione per l’accesso all’Ivg. Quest’ultima è infatti affidata direttamente ai medici, mentre al consultorio è riservata esclusivamente un’azione di aiuto, informazione e rimozione delle cause e i volontari non forniscono alcuna prestazione professionale, se non attraverso la collaborazione con professionisti abilitati, quando richiesto, se ritenuto necessario”.
“Piuttosto – conclude Larocca – la vicinanza umana offerta dai volontari si distingue per l’ampia disponibilità di tempo e di forze, incomparabile con quanto possa offrire un addetto al consultorio o chiunque svolga un’attività lavorativa. I Cav sono associazioni apartitiche e aconfessionali che non utilizzano in alcun modo motivazioni religiose nel proprio servizio, anche perché spesso accolgono donne non credenti o delle più diverse fedi religiose. Ci auguriamo che si possano abbandonare presto falsità e approcci ideologici perché, al di là di quelle che sono le convinzioni personali sull’aborto, si consenta finalmente una seria prevenzione dell’Ivg e una promozione dei veri diritti delle donne, rendendo così effettive la libertà della donna e l’auspicabile preferenza alla nascita”.