Liberazione, la pandemia ferma le celebrazioni (ma solo in parte)
Domenica cerimonia ridotta in piazza Pascoli. Oggi la presentazione del libro di Cesare Panizza
NOVI LIGURE — Domenica si festeggia il 76esimo anniversario della Liberazione. Anche quest’anno la manifestazione è condizionata dalla pandemia da Covid e si svolgerà nel rispetto delle vigenti misure per la prevenzione del contagio. La cerimonia si terrà alle 10 in piazza Pascoli presso il Monumento alla Resistenza e prevede la deposizione di una corona di alloro in omaggio ai caduti per la Libertà.
Già oggi, però, è in programma un evento collaterale inserito nella rassegna Novi d’Autore. A partire dalle 18, sul canale YouTube del Comune di Novi Ligure, verrà presentato il libro di Cesare Panizza “Dalle belle città date al nemico. Il Partigianato in provincia di Alessandria” (Alessandria, Edizioni Falsopiano 2020). Dialogano con l’autore Graziella Gaballo, che fa parte del Comitato di redazione della pubblicazione “Quaderno di storia contemporanea” realizzato dall’Isral, e l’assessore alla Cultura Andrea Sisti.
Il libro trae il suo titolo dall’incipit di una delle più note canzoni partigiane, “Dalle belle città” (più nota come “Siamo i ribelli della montagna”). Cesare Panizza restituisce un’immagine di ciò che accadde nella nostra provincia: sono i piccoli centri anziché le città più grandi ad avere una partecipazione maggiore al movimento resistenziale, probabilmente per il controllo più stringente esercitato su queste ultime dalle autorità nazifasciste; un altro dato che si discosta dalla vulgata resistenziale ci mostra come la metà dei partigiani non avesse immediati obblighi di leva, non fosse cioè renitente ai bandi Graziani che avevano spinto molti giovani nati tra il 1924 e il 1926 a raggiungere le formazioni partigiane. Inoltre, pur radicandosi nelle zone rurali, il movimento partigiano nella provincia fotografa una società in transizione, dai campi alle officine (che infatti nella canzone del titolo vengono esplicitamente citate).
La ricerca, realizzata grazie anche a un contributo dell’Anpi provinciale, utilizza la banca dati “Partigianato piemontese e società civile”, nata da un’indagine volta a quantificare il movimento resistenziale piemontese, definendo al tempo stesso i suoi connotati sociali. La ricerca, effettuata dai sei Istituti storici della Resistenza piemontesi negli anni Novanta, ha analizzato le schede della Commissione piemontese per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, istituita con altre nove, sul territorio nazionale, per riconoscere le attività svolte nella lotta di liberazione. Cesare Panizza ha fatto parte del gruppo di ricerca che in anni recenti ha compiuto un lavoro di aggiornamento e ripulitura del database, e ha avuto così l’opportunità di sperimentarne le potenzialità, approfondendo la complessità di un territorio che per la sua conformazione geografica e la collocazione strategica delle sue formazioni partigiane si colloca tra Piemonte, Liguria, Lombardia.