Cit, percorso a ostacoli per salvare l’azienda di trasporti dal fallimento
Illustrato il nuovo piano per evitare il peggio. Il Comune venderà l'85 per cento delle quote e la società sarà divisa in due
NOVI LIGURE — Nuovo tentativo di salvataggio del Cit, l’azienda che a Novi Ligure e dintorni si occupa di trasporto pubblico locale. L’amministrazione comunale novese intende spezzettare l’attività in due società e vendere l’85 per cento delle quote a un socio privato.
Il piano, illustrato ieri sera dall’assessore Maurizio Delfino ai consiglieri della commissione Bilancio, prevede per prima cosa il ripiano dei debiti del Cit e successivamente la ricapitalizzazione della società, per un importo di 150 mila euro (è il livello minimo necessario per iscriversi al Ren, il Registro delle imprese di autotrasporto), e Novi ne pagherebbe il 71 per cento.
Fin qui, il programma ricalca quello ipotizzato poco più di un mese fa dallo stesso Delfino e poi bocciato dagli uffici comunali.
Ci sono però alcuni cambiamenti. Il percorso si svolgerà secondo diversi step, in tempi che dovranno essere necessariamente molto stretti (anche perché il Cit ha i conti in rosso e il capitale è negativo: detto in soldoni è sull’orlo del fallimento).
In primo luogo, i Comuni soci dovranno dare il via libera all’operazione con una delibera dei rispettivi consigli comunali (per Novi, la data prevista è quella del 3 maggio). Il 7 maggio è invece in calendario l’assemblea dei sindaci che fanno parte del Cit: in quella sede dovrà essere deliberato l’aumento di capitale fino a 150 mila euro (e per il Comune di Novi partirà una segnalazione alla Corte dei Conti, perché dovrà contrarre un debito fuori bilancio).
Subito dopo è prevista l’emanazione di un bando di gara per la cessione dell’85 per cento delle quote a un partner privato. La vendita dovrà essere approvata dal consiglio, che quindi dovrà riunirsi piuttosto rapidamente (si ipotizza il 10 maggio). Il privato individuato tramite la gara dovrà assorbire i debiti dell’azienda e garantire – con un apposito patto parasociale – che gli enti pubblici non scendano mai al di sotto del 15 per cento delle quote.
Dopo aver venduto l’85 per cento delle quote, il passaggio successivo prevede la vendita di alcuni dei rami d’azienda del Cit (in particolare, onoranze funebri, servizio di noleggio con conducente e noleggio di pullman granturismo), mediante un’altra gara. A quel punto, il Cit verrebbe scisso in due aziende, sempre suddivise secondo la formula 85% privato, 15% pubblico. Da una parte Novi Parcheggi, società che si occuperà di parcheggi a pagamento, scuolabus e trasporto disabili; dall’altra il Cit vero e proprio (“Cit spa”), che gestirà il trasporto pubblico urbano ed extraurbano.
I presidenti delle nuove società saranno espressione dei Comuni, mentre gli amministratori delegati saranno nominati dal privato. Per garantire a Novi Parcheggi un futuro, il Comune allungherà la concessione sulle “strisce blu” fino a trent’anni.
Rimarrebbe però il problema del mutuo contratto dal Cit per la costruzione del Movicentro. «La nuova società a quel punto avrà garanzie sufficienti per rinegoziare il mutuo e fare anche investimenti per nuovi pullman», ha detto Delfino.