Mensa Caritas: “Grazie alle donazioni garantiti 1800 pasti”
La campagna #amensanchio e altri gesti di solidarietà per la Mensa della Fraternità
ACQUI TERME – Dall’inizio dell’emergenza epidemica il numero di pasti offerti dalla “Mensa della Fraternità” della Caritas di Acqui – gestita dalla cooperativa CrescereInsieme – alle persone in stato di indigenza è praticamente raddoppiato: se nel “pre pandemia” erano in media una settantina le razioni giornaliere, a un anno di distanza si sono raggiunti i 140-150 pasti nell’arco di una sola giornata. Per chi fa della solidarietà una ragione di vita senza chiedere nulla in cambio diventa però fondamentale il sostegno economico di quella fetta di società che, per sua fortuna, può ancora permettersi di attingere dal proprio portafoglio per aiutare, anche con modiche cifre, i meno fortunati.
Nel week di Pasqua si è chiusa la raccolta fondi #amensanchio, sostenuta da diverse realtà del Terzo settore acquese, quali l’Associazione Mensa Volontari, Caritas, CrescereInsieme, Leo Club Acqui Terme, Lions Club Acqui Terme Host insieme a Confcommercio. «A fine 2020 abbiamo raccolto quasi 1800 euro – sottolinea CrescereInsieme – a cui vanno sommate le donazioni ricevute nel 2021 che singoli benefattori hanno donato alla nostra cooperativa e all’associazione Volontari Mensa Mons. G. Galliano, in tutto 450 euro». Ai 2240 euro raccolti con la campagna #amensanchio vanno però aggiunti gli oltre 3mila e 600 giunti dalla raccolta di donazioni avviata dai lavoratori di CrescereInsieme e della cooperativa Mago di Oz. Cifre che, tutte insieme, negli ultimi mesi hanno consentito l’erogazione di oltre 1800 pasti.
«Guardando ai 150 vassoi di cibo distribuiti giornalmente non si può non pensare che questi corrispondono a 150 persone che vivono ad Acqui e dintorni, persone obbligate a ricevere i servizi della mensa a causa di una situazione di necessità aggravata dalla pandemia», osservano dalla cooperativa acquese. In base ai dati analizzati da CrescereInsieme, il 56% degli utenti della mensa sono donne, due su cinque sono persone oltre i 65 anni, il 24% di origine straniera e il 12% persone senza fissa dimora. «Se la situazione economica generata dall’epidemia ha fatto crescere il numero delle persone di mezza età, che hanno perso il lavoro, anche il numero degli anziani è cresciuto, principalmente perché i parenti più prossimi abitano in altre regioni e la gravità della situazione ha reso particolarmente ostico il loro raggiungimento»