Drera: «Niente nucleare in provincia? Una vittoria per il Monferrato»
L'intervento del capogruppo della Lega nel consiglio casalese
CASALE – Martedì pomeriggio la Camera dei Deputati ha approvato la mozione che di fatto escluderebbe la provincia alessandrina, e quindi i territori limitrofi al Monferrato, dalla candidatura ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari (Leggi qui la notizia completa). Una svolta importante visto che i siti individuati in provincia dalla lista Cnapi (Carta delle aree potenzialmente idonee) erano ben 6. Una svolta in cui decisiva è stata ‘la spinta’ dei due capigruppo alessandrini alla Camera: Federico Fornaro per Liberi e Uguali e Riccardo Molinari per la Lega. E a commentare la buona notizia è ora il numero uno del Carroccio in consiglio comunale a Casale Alberto Drera.
Quella di Molinari (primo firmatario della mozione) viene quindi definita da Drera una: «Grande vittoria della Lega! Con questa mozione c’è stato un deciso passo in avanti per porre rimedio agli errori di metodo del precedente Governo Conte, che aveva reso pubblici gli atti senza prima avviare un dialogo proficuo con gli enti locali, creando preoccupazione nei luoghi interessati dalla Carta. Nella mozione è specificato che la localizzazione definitiva del sito avverrà mediante una procedura di dibattito pubblico che, per legge, è basata su un processo di coinvolgimento dei territori con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione condivisa con le comunità locali attraverso un processo incentrato sui principi dell’informazione, della trasparenza e del coinvolgimento. Si è fatto un significativo passo in avanti e questo è estremamente positivo perché in tutte le decisioni che vanno a toccare gli enti locali sarebbe sempre necessario prima renderli partecipi e stabilire, di concerto con loro, le linee da seguire, specialmente sui temi rilevanti come questo».
In questo caso un ruolo decisivo l’ha giocato il riconoscimento Unesco che il territorio monferrino può vantare: «Inoltre, la mozione prevede che dovranno essere escluse le aree nei siti definiti dall’Unesco, ma anche le aree agricole di pregio e quelle su cui grava una notevole pressione sul fronte dell’inquinamento ambientale. Per questi aspetti le aree del nostro territorio individuate diventerebbero assolutamente inidonee a rispettare questi requisiti. Se è vero che nel Deposito saranno smaltiti i rifiuti a molto bassa e bassa attività, ossia quelli che nell’arco di 300 anni raggiungeranno un livello di radioattività tale da non rappresentare più un rischio per l’uomo e per l’ambiente, è altresì vero che temporaneamente saranno stoccati anche i rifiuti a media e alta intensità, ovvero quelli che perdono la radioattività in migliaia di anni e questo non poteva sicuramente lasciarci sereni».
Una vittoria quindi non solo di stampo politico «ma soprattutto di tutto il territorio. Gli sforzi per rilanciarci a livello turistico sono importanti e non potevamo lasciare che venissero resi vani da una scelta dettata dall’alto e senza nessun preavviso. Anche, e soprattutto, la voce dei territori è stata fondamentale durante tutto il processo che ha portato all’approvazione di questa mozione e sono soddisfatto che anche le nostre osservazioni siano state recepite dal testo».
«Come Lega di Casale abbiamo infatti proposto alcuni mesi fa una mozione che andava in questa direzione e che è stata condivisa e approvata all’unanimità in consiglio comunale. Questa è stata la dimostrazione sia a livello centrale, sia a livello locale, che quando la politica lavora per tutelare gli interessi dei cittadini in modo unito e coeso i risultati arrivano e sono molto soddisfacenti. In conclusione, ritengo che Casale Monferrato e tutto il territorio abbiano già fatto la loro parte in materia di disastri ambientali. Era perciò fondamentale utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare in modo di scongiurare la possibilità che il nostro territorio si trovasse nella condizione di ospitare il deposito, senza oltretutto che ci fosse stato preliminarmente un dialogo proficuo e condiviso con gli amministratori locali» conclude Drera.