Prove Invalsi: utili e opportune al tempo della pandemia?
Cisl-Scuola: "Momento difficile, ma possono servire a valutare l'efficacia della Dad"
ALESSANDRIA – Dalla scorsa settimana gli alunni fino alla prima media sono tornati a tutti gli effetti tra i banchi di scuola, mentre solo da lunedì 12, con l’ingresso del Piemonte in zona arancione, dalla seconda media alle classi superiori è di nuovo garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75% degli iscritti. L’ultimo trimestre scolastico, però, coincide con l’avvio delle tanto discusse prove Invalsi, i test standardizzati nazionali rivolti alle seconde e quinte classi della primaria, alle terze della secondaria di primo grado e alle seconde e quinte della secondaria di secondo grado per valutare il livello di preparazione degli alunni italiani in Italiano, Inglese e Matematica.
Da ormai un anno il sistema scolastico vive una sorta di “rivoluzione metodologica” che sta mettendo a dura prova insegnanti e allievi. Non sono pochi, quindi, coloro che si domandano se sia opportuno sottoporre gli studenti, in particolare i più piccoli, a prove che dovrebbero “misurare” un livello di apprendimento che risulterebbe comunque “viziato” dai disagi e dalle difficoltà (logistiche e strumentali) portati in dote dalla pandemia. «Certamente il momento non è favorevole – commenta il professor Carlo Cervi, segretario provinciale di Cisl-Scuola – ma credo che le prove possano servire a valutare anche l’efficacia della cosiddetta “Dad” a ormai un anno dalla sua entrata in vigore. Ricordiamo poi che le prove rimangono comunque anonime e non incidono in alcun modo sul voto finale».
Per le quinte superiori le prime prove di italiano, inglese e matematica (con classi “a campione”) hanno preso il via il 2 marzo, mentre i test per le terze medie sono iniziati “a distanza” la scorsa settimana. Le seconde e quinte elementari dovrebbero invece svolgere i test a maggio. Nel frattempo, però, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione ha espresso parere positivo sullo schema di ordinanza del Ministro dell’istruzione che ratifica la sospensione delle prove per gli studenti di seconda superiore proprio a causa delle ripercussioni legate all’emergenza sanitaria, in quanto “si tratta di studenti per i quali sarà possibile ripetere le prove in momenti successivi, mentre ciò non sarà possibile agli studenti dell’ultimo anno, in uscita dal sistema scolastico”.
Il Consiglio Superiore, ad ogni modo, auspica la sospensione dei test anche per le altre classi, dando così ragione al fronte del “no Invalsi”. «In ogni caso – afferma Cervi – occorre sottolineare che l’epidemia sta rendendo difficile il lavoro sia degli insegnanti che degli studenti. La scuola, d’altronde, è condivisione e cooperazione. Per quanto funzionale e necessaria in questo momento così particolare la didattica a distanza non può sostituire le lezioni in presenza. Al momento, stiamo facendo il possibile per affinare le nostre capacità di adattamento.Tutto il sistema scuola deve fare tesoro di quanto appreso dall’inizio della pandemia, per crescere e migliorarsi».