Poste aperte solo per tre giorni, gli abitanti scrivono al prefetto
La petizione depositata in municipio finora non ha avuto effetto. A breve in paese chiuderà anche l'unico sportello bancario.
BOSIO — I cittadini di Bosio scrivono al prefetto chiedendo che l’ufficio postale riapra per sei giorni alla settimana, come accadeva prima della pandemia. Era già stata organizzata una raccolta firme, depositata poi in municipio. Ma non è cambiato nulla, così i promotori della petizione si sono rivolti al prefetto.
«I giorni di apertura sono passati da sei a tre, creando molti problemi alla nostra comunità, composta in buona percentuale da persone anziane, non in grado di fruire dei sistemi elettronici», hanno scritto Alessandra Gastaldo, Adriana Merlo, Dino Bianchi e Marco Branchellini, sottolineando inoltre che «l’infelice ubicazione dell’ufficio» accentua il pericolo di assembramenti, peraltro senza gli spazi per «consentire in sicurezza le interminabili attese patite al freddo o sotto la pioggia».
Tra l’altro è arrivata la conferma che a breve chiuderà anche l’unico sportello bancario presente in paese – una filiale della Bpm – ed è facile prevedere che i risparmiatori sposteranno i propri conti correnti in Posta, aggravando il problema delle code.
La raccolta firme, fanno sapere i promotori, è stata consegnata al Comune il 19 febbraio, «certi che i nostri amministratori locali attivassero iniziative con atti ufficiali nei confronti di Poste Italiane e della banca Bpm». I firmatari della lettera al prefetto però lamentano che, a parte l’invio della petizione a Poste e Bpm, nulla è stato fatto: «Non c’è stata alcuna presa di posizione né atto ufficiale accompagnatorio che avrebbero potuto rafforzare le rivendicazioni dei cittadini».
Per cercare di ridurre i disagi, a gennaio il Comune ha messo a disposizione un sistema di assistenza: gli amministratori comunali si sono messi a disposizione per “fare la coda” al posto degli anziani.