L’appello: “Giù le mani dalla legge 194”
Il Partito Democratico e la Conferenza delle donne Democratiche a tutela dell'autodeterminazione delle donne
ALESSANDRIA – Il Partito Democratico della provincia di Alessandria insieme alla Conferenza delle donne Democratiche di Alessandria, si schierano per la difesa della libertà di scelta delle donne e dei consultori.
“La Giunta Cirio deve ritirare la determina dirigenziale “Protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza” e che proroga i termini per le presentazioni delle domande delle organizzazioni e associazioni “Pro vita” – spiegano – A inizio marzo gli uffici degli assessorati alla Sanità e al Welfare della regione Piemonte hanno inviato a tutte le Asl una nota per la proroga del bando utile ad aggiornare gli elenchi delle associazioni operanti nel settore della tutela materno infantile con le quali collaborare. Tra i criteri utili a partecipare alla gara c’è la “presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento”.
Secondo il Partito Democratico e la Conferenza delle donne Democratiche “la presenza esclusiva delle associazioni pro-vita dentro i consultori è contraria allo spirito della legge 194 ed è una chiara espressione di scelte ideologiche, volte a esercitare una pressione psicologica inaccettabile sulle donne in un momento di per sé difficilissimo, che condanniamo in modo fermo e alle quali ci opporremo in ogni modo possibile”.
“L’art. 3 della nostra Costituzione sancisce in modo chiaro la laicità dello Stato e delle sue leggi e nel rispetto di questo principio al quale non rinunceremo mai, riaffermiamo il diritto di ogni persona a seguire le proprie convinzioni, il dovere di non imporre il proprio credo ad altri e difendiamo la laicità delle strutture sanitarie – concludono – Per tutti questi motivi, appoggiamo le manifestazioni di piazza di sabato 17 aprile, alle quali aderiamo convintamente per ribadire e ricordare a tutte e tutti che la legge garantisce il diritto all’aborto tramite l’accesso alla sanità pubblica in strutture laiche e che le donne decise a intraprendere questo percorso devono essere assistite da personale qualificato e competente all’interno di strutture specializzate come i consultori che vanno sostenuti, potenziati e rifinanziati prioritariamente”.