Gran Monferrato: “Valorizziamo le differenze senza tatticismi”
I sindaci Riboldi, Lucchini e Lantero: "Da Tortona onestà intellettuale"
CASALE MONFERRATO – «La nostra azione sinergica non è escludente e non ha mire che non siano quelle della riconoscibilità di un territorio che oltre trecento anni fa assunse la forma di Stato e che oggi torna unito per vincere le prossime sfide che vogliamo affrontare con determinazione e unità. Per questo diventa essenziale poter contare su una Provincia di Alessandria, unita da un’azienda turistica locale, capace di valorizzare le proprie differenze. Per questi motivi abbiamo accolto con favore le riflessioni degli amici di Tortona, le leggiamo con l’onesta intellettuale di chi non vuole utilizzare impropriamente un brand forte e riconoscibile come Monferrato, ma che ha lavorato con capacità all’identificazione delle proprie zone grazie all’identità vitivinicola dei grandi bianchi piemontesi», così i sindaci Federico Riboldi, Lorenzo Lucchini e Paolo Lantero analizzano le recenti dichiarazioni giunte da Tortona e in particolare dal gruppo di imprenditori “Quarto Piemonte” guidato da Gian Francesco Galanzino in merito alle diverse peculiarità che contraddistinguono i territori del Tortonese e del Novese da quelli che ora compongono il Consorzio del Gran Monferrato, da poco costituito dai comuni di Casale Monferrato, Acqui Terme e Ovada.
In uno scenario dove le differenze possono comunque diventare un valore aggiunto che giochi a favore di tutti i territori della provincia, secondo i tre sindaci del Consorzio «diventa quindi strategico il ruolo dell’azienda turistica locale, che è stata retta con passione e capacità da Pierluigi Prati e che oggi è chiamata ad un ulteriore sforzo nel suo funzionamento per diventare, così come auspicato anche dall’assessore Poggio, vero riferimento della Provincia. Una casa degli enti locali dove i Comuni possono dialogare apertamente, illustrare le proprie strategie e soprattutto individuare obiettivi verificabili e concreti». L’unione di intenti tra Riboldi, Lucchini e Lantero con la nascita del Consorzio Gran Monferrato è stata infatti ratificata per «diventare un collettore di esperienze e di collaborazioni. Partendo dalle nostre peculiarità che sono molteplici: le colline Unesco, i prodotti tipici, i castelli, i grandi vini e il termalismo. Sono tutti asset che di per sé rappresentano già un attrattore turistico di prim’ordine – spiegano i tre sindaci – ma che integrati con le altre peculiarità delle zone vicine diventano una destinazione unica in gran parte d’Europa».
Come annunciato nel giorno della sua presentazione, il Consorzio Gran Monferrato «vuole mettere a sistema imprenditori, professionisti, amanti del territorio e tutti quelli che vorranno portare il proprio contributo per una causa chiara e nobile, partire dalle nostre radici senza bisogno di costruire meccanismi artificiosi di riconoscibilità. Obiettivi chiari e tempi certi, questo ci chiedono gli imprenditori che credono nel nostro territorio, a noi il compito di integrare queste volontà con concretezza e con meccanismi istituzionali credibili. Affronteremo questa sfida – assicurano i tre primi cittadini – con la consapevolezza che la nostra Provincia, unita nelle sue diversità, è un patrimonio del Piemonte e di tutto il nostro paese: valorizziamo i campanili, quando sono sinonimo di identità, senza reticenze e tatticismi che in questo momento sono fuori dalle logiche del tempo che stiamo vivendo».