Dal viaggio in India al centro yoga: «Così spingo le persone ad avere consapevolezza»
La storia di Luciano Bancalari
OVADA – «Sono sempre stato attratto dalla filosofia orientale ed in particolar modo dall’India». Luciano Bancalari per imparare la disciplina dello Yoga dalle sue origini è andato in India nel 2003. Sei mesi utilizzati per un approfondimento su tutti gli aspetti. Al suo ritorno ha messo a frutto quanto appreso per diventare un apprezzato istruttore prima sul territorio e poi nella nostra città. E lo è anche oggi che a causa della crisi generata dall’emergenza sanitaria il centro Viveka Yoga è stato chiuso, almeno temporaneamente.
«Ero un adolescente e sentivo il bisogno di trovare un senso profondo nella vita – racconta Bancalari, oggi 50enne – Su un volantino della mia città a Genova trovai l’indirizzo di un centro di Yoga e arti marziali e scoprii la mia vocazione». Al centro l’incontro decisivo con il Guru Swami Satchidananda in visita in Europa. «Emanava – prosegue – uno strano magnetismo. La sua presenza era forte e tangibile. Aveva rinunciato all’uso della parola e comunicava scrivendo su una lavagnetta. Ma la sua espressione era già di per sé un linguaggio. Mi conquistò a tal punto da decidere di seguirlo, dieci anni dopo nel suo Paese».
In India il futuro istruttore trascorse sei mesi a Chennai imparando lo yoga dal Maestro nel suo ashram. «Si è trattato un periodo estremamente ricco e stimolante. Satchinadanda aveva un modo epidermico di insegnare che ancora oggi mi accompagna». Bancalari nel suo viaggio incontrò diversi personaggi. «L’India è un paese in cui non si è mai soli, o per lo meno è impossibile sentirsi così. Ricordo i bambini che ridevano tirandomi la barba, i ragazzi curiosi di capire cosa stessi facendo li. Una donna, seduta nel nel posto accanto al mio durante uno spostamento in autobus, mi lasciò il suo bambino in braccio per riposarsi come se fosse la cosa più naturale del mondo. Nella miseria più totale ho trovato la ricchezza dell’umanità».
Insegnare yoga significa far usare alle persone il corpo e la respirazione per arrivare alla mente e mediante la meditazione creare il silenzio che è fonte di intuizione e di osservazione. «Spesso le persone si creano dei limiti pensando di non farcela. C’è anche chi parte spavaldo. Ai miei allievi cerco di indicare un percorso che li aiuti a prendere maggiore consapevolezza di se stessi e soprattutto a darsi il giusto valore». Negli anni l’approccio con realtà diverse: i bambini, le donne incinte. Per tutti la pratica dello Yoga è l’occasione di aprirsi a nuove esperienze. «È un approccio che coinvolge anche l’alimentazione. Sono convinto che influenzi il nostro modo di essere ma non impongo uno stile alimentare. Chiedo solo di sperimentare piccoli cambiamenti per vedere cosa succede». Per info: ilcentroviveka@gmail.com.