Comparto del vino: i numeri sono incoraggianti. Lo diconi i dati
Ci sono alcune differenze, ma la risposta dei consumatori è concreta. Bene le enoteche
Al tempo in cui qualunque fatto viene riferito alla situazione terribile che stiamo vivendo, sommersi da numeri e dati su contagi, vaccini ed ogni possibile aspetto della pandemia, l’impressione è che tutti si stiano in parte abituando ad un torpore depressivo che sembra pervadere ogni elemento dell’esistenza. In questo contesto vorrei, con questo piccolo contributo che il nostro giornale mi ha gentilmente affidato, provare attraverso il racconto del vino e dei suoi territori a vedere il bicchiere mezzo pieno, condividendo esperienze degustazioni e racconti sull’enogastronomia del nostro e di altri territori.
Sarò aiutato in questo dai colleghi sommelier Ais della delegazione di Alessandria – Acqui, insieme vi racconteremo man mano di vini, distillati, birre, specialità e golosità ma soprattutto di convivialità, persone e mondi vicini o lontani che siano descritti attraverso le sensazioni provate in una degustazione o una visita. Parleremo di formazione, di enoturismo e numeri del vino descrivendo incontri con produttori, commercianti e ristoratori in attesa che la convivialità, grande valore aggiunto che il vino porta con se, torni ad essere l’elemento intrinseco che ogni bicchiere ci regala.
Iniziamo dando un occhiata alla situazione generale dei consumi di vino, che possono fornire una veduta sulla salute generale del comparto.
Per quanto attiene alla situazione attuale i numeri, sempre sterili spesso ostici ma generalmente specchio asettico della realtà, ci raccontano una situazione estremamente variegata, se consideriamo l’intero comparto enogastronomico.
Dal punto di vista dei produttori il calo di vendite si attesta attorno ad una forchetta tra il 15 ed il 40 %, con il canale ristorazione che perde fino all’90% delle vendite. La ristorazione è evidentemente il canale di vendita che più ha inciso sulle cantine, con effetti maggiori sulle etichette che puntavano su questo canale in via prioritaria. Nella nostra provincia, secondo i principali agenti di vendita che abbiamo avuto modo di interpellare, il calo è compreso tra il 15 ed il 50 % a seconda delle etichette.
Bene invece le enoteche del nostro territorio con numeri in crescita attorno al 50% nel primo periodo di chiusura, che a fine anno si attesta attorno ad un più 30 % con particolare vivacità del mercato di etichette di medio-alto valore.
Innegabile che il maggior aumento di vendite sia riferito al canale dell’e-commerce, con numeri attorno al più 102% nel primo semestre. Bene anche la grande distribuzione con un più 10%, probabilmente sottostimato.
In sostanza il vino non è stato abbandonato dai consumatori che, fatta di necessità virtù, hanno spostato i loro acquisti su canali alternativi.
Ma come i consumatori si approcciano alle bottiglie in queste diverse realtà? I siti internet sono sempre più prodighi di informazioni sulle bottiglie, cercando di colmare la mancanza di contatto personale che troviamo invece nelle enoteche, dove persone solitamente molto preparate ci consigliano abbinamenti e scelte.
Nel settore della grande distribuzione già da alcuni anni si sono create zone riservate alla vendita di vini, con scelte qualitative sempre più interessanti, seguendo il sistema GDO francese che da sempre propone vini di varie fasce di prezzo, anche di altissima gamma. Inoltre, nei centri più grandi si può trovare la consulenza di un sommelier, come avviene ad esempio nei supermercati Esselunga più grandi, altri puntano su angoli dedicati, ad esempio, ai vini bio come Coop.
In conclusione questo periodo terribile non ha fiaccato la voglia di conoscere e assaporare il vino ma innegabilmente ci ha lasciati orfani dei professionisti della ristorazione che con i loro consigli, attraverso le carte dei vini e gli abbinamenti proposti, hanno svolto una funzione di divulgazione del mondo vinicolo insostituibile.
Il bicchiere è quindi mezzo pieno, alimentato dalla passione dei consumatori italiani che hanno continuato ad alimentare i consumi nei modi che sono stati possibili, lasciando intendere che un forte rimbalzo del settore bar – ristorazione sarà certo nella seconda metà del 2021 quando, sperabilmente, verranno meno gli obblighi di chiusura cui oggi sono sottoposti
Infine, sempre a voler essere positivi, la situazione internazionale ci vede, nel settore vitivinicolo, meno sofferenti dei maggiori competitor. Il caso Francia, ad esempio, denuncia un calo dell’11%, trascinato dal comparto Champagne che scende di ben il 20%.
In linea generale il grafico successivo mostra come il calo dell’export, quota importante per l’Italia del vino quanto per il nostro Piemonte, sia comunque sensibile ma molto meno accentuato nel caso dei vini Italiani.
Nel nostro caso il traino sono ancora gli spumanti, con L’Asti in gran spolvero ed una crescita del sempre più interessante Alta Langa, per quanto attiene al Piemonte, che saranno sicuramente oggetto di interventi nelle prossime puntate (grafici a cura de “i numeri del vino”).
Se siete arrivati sino a questo punto della lettura vi ringrazio e vi do appuntamento alla prossima uscita col bicchiere ancora mezzo pieno.
SALUTE!