«Adattarsi alla dad è stato complesso. Ma l’Upo ha dimostrato una forte crescita»
Maurizio Lana, docente di Scienza della biblioteca e dell?informazione, racconta l'esperienza vissuta in dad
ALESSANDRIA – Nell’ultimo anno, la didattica a distanza ha modificato il modo di pensare e gestire l’insegnamento, anche in ambito universitario. Sono tante le criticità riscontrate, ma ciononostante, l’Università del Piemonte Orientale, dimostra la sua capacità di innovarsi e rinnovarsi.
Ne parliamo con Maurizio Lana, docente di Scienza della biblioteca e dell’informazione triennale e magistrale presso l’Università del Piemonte Orientale, membro del comitato direttivo dell’Associazione per l’Informatica Umanistica e la Cultura Digitale e dell’esecutivo dell’European Association for Digital Humanities. Ricercatore stimato, opera in diversi campi d’indagine: information literacy, annotazione semantica e ontologie formali, geografia e letteratura, attribuzione con metodi quantitativi, storia del web e dell’ipertesto.
Professor Lana, come è stata affrontata la dad?
All’inizio è stato difficoltoso. Io stesso, che sono particolarmente interessato al digitale, non mi ero mai confrontato con una situazione di tale portata.
Come ha vissuto la prima lezione?
Mi ha lasciato insoddisfatto. Ero molto timoroso: ho scelto Moodle come piattaforma, in sincrono e senza video, scambiando commenti e riflessioni con gli studenti. Ma la velocità di scrittura alla tastiera, condizionava molto l’interazione.
Cosa significa?
Chi scriveva in modo più agile e senza errori era più visibile nel flusso dell’informazione a dispetto di quelli che interagivano più lentamente. Così ho iniziato ad usare Google Meet come i miei colleghi.
Come vi siete trovati con la piattaforma?
Alcuni hanno familiarizzato prima e meglio, altri meno perché si sono sentiti in gabbia. Comunicare in video è sempre più complesso.
Nello specifico, quali difficoltà ci sono state?
Di tipo pratico, non si ha mai la certezza che tutto arrivi bene, anche solo tecnicamente come segnale. In presenza almeno il canale comunicativo funziona.
A proposito del video. La privacy?
Il tema è delicato. Diversi colleghi vogliono il video acceso durante le lezioni: io ci vedo un problema di privacy. A non tutti piace mostrare il luogo in cui vivono.
Come muoversi?
E’ possibile occultare il contesto con Zoom, Google Meet, e altre piattaforme: si può impostare uno sfondo tra quelli disponibili e crearne di nuovi.
Perché lo sfondo è importante?
Perché in questo contesto diventa a tutti gli effetti l’abito che si sceglie di indossare. Il digitale è l’ambiente in cui svolgo la mia attività: devo optare per uno sfondo che mi rappresenti.
Ha trovato qualche soluzione efficace?
Per esempio, ho adattato lo sfondo in base all’argomento trattato. Gli studenti hanno apprezzato.
E invece per quanto riguarda gli esami?
Ho preferito l’orale, altri lo scritto tramite Moodle: mescolando centinaia di domande, il sistema genera la prova d’esame dando un tempo stabilito per rispondere.
Fase due: come sono andate le cose?
C’è stato un progressivo miglioramento. L’obbligo della registrazione è una novità di quest’anno. Diversi colleghi sono titubanti, ma gli studenti hanno riscontrato benefici.
In che senso?
La registrazione audio o video è uno strumento di appoggio nella fase di studio. I risultati degli ultimi miei esami sembrano indicarlo: gli esiti positivi ottenuti sono stati maggiori.
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L’Università del Piemonte Orientale, fondata nel 1998, ha ad Alessandria una delle sue tre sedi. A tale data erano presenti i corsi di Laurea in Scienze matematiche, fisiche e naturali e in Scienze politiche, seguiti l’anno dopo dal corso di Laurea in Giurisprudenza. Successivamente furono aperti i corsi di Laurea in Scienze infermieristiche (2002), in Economia e in Lettere e filosofia (2013). Infine nel 2018 Medicina e chirurgia. L’aggiunta progressiva di nuovi corsi di laurea trova una risposta positiva nel contesto alessandrino perché la crescita degli studenti iscritti è costante.