Il denaro che rivoluzionerà trentatré comuni
I soldi ci sono, basta saperli andare a recuperare. Ad Alessandria, da un paio d’anni si stanno creando i presupposti per portare a casa denaro sufficiente a rivoluzionare non solo la città ma anche altri 32 comuni divisi su due province e rientranti in quella che è considerata “la fascia del Tanaro” anche se alcuni distano dal fiume qualche chilometro.
In un tempo ragionevole (si parla di 2027, mettendo in conto che i lavori proseguiranno fino al 2030), andrà in porto un’autentica rivoluzione, grazie all’Europa pronta a finanziare un progetto di coesione territoriale, una di quelle iniziative che pochi affrontano forse per la complessità della materia e la relativa immediatezza dei risultati.
Se tutto andrà nella giusta direzione, avremo nuove infrastrutture; sviluppo del territorio attraverso aziende che puntano sul “green” e sull’energia rinnovabile; la rivalutazione delle sponde del Tanaro, fiume destinato a «tornare a vivere»; 250 km di piste ciclabili; uno slancio turistico notevole e la nostra Cittadella come fulcro (a breve sarà presentato un progetto dedicato all’ex fortezza).
Tra i registi dell’operazione, Gianni Ravazzi, consigliere comunale di Alessandria. Ha costituito un gruppo di lavoro coinvolgendo esperti a vario titolo, tutti piemontesi, desiderosi di impegnarsi gratuitamente per promuovere un qualcosa di «mai visto prima».
Chi c’è, cosa si fa
Si parte dal presupposto che l’Europa mette a disposizione denaro per la coesione territoriale destinandolo a un territorio omogeneo, con ameno 20 comuni coinvolti e non meno di 50 mila abitanti. Dovendo scegliere un filo conduttore, Ravazzi ha puntato sul Tanaro. Ha sparso la voce e creato un Comitato di coesione territoriale con presidente Luca Riva e segretario Alessandro Gnocchi. Questo è il partner privato che si affianca a quello pubblico, costituito dai 32 comuni coinvolti (19 in provincia di Alessandria, gli altri nell’Astigiano): Alessandria , Alluvioni Piovera, Altavilla, Bassignana, Calliano, Casorzo, Castagnole Monferrato, Castell’Alfero, Castelletto Monferrato, Cerro Tanaro, Felizzano, Fubine, Isola Sant’Antonio, Grana, Masio, Molino dei Torti, Montecastello, Montemagno, Oviglio, Pietra Marazzi, Portacomaro, Quargnento, Quattordio, Refrancore, Rivarone, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro, Sale, Scurzolengo, Solero, Tonco, Viarigi, Vignale.
Gianfranco Cuttica di Revigliasco è il presidente, in quanto sindaco del Comune capofila; lo affianca un consiglio direttivo composto dai sindaci di Sale (Rina Arzani), Fubine (Lino Pettazzi), Quattordio (Alessandro Venezia) e Calliano (Lorenzo Conci); gli altri primi cittadini compongono l’assemblea dei sindaci. Ogni comune ha già votato il regolamento e l’adesione al progetto, che si basa su quattro direttrici (scelte tra le 11 indicate dall’Unione europea): ambiente, turismo, agricoltura e benessere sociale.
La filosofia generale è finanziare iniziative che siano a beneficio di tutti e, contestualmente, sostenere quelle dei singoli comuni. Il progetto è già stato presentato in Regione dove, vinta la diffidenza iniziale, ha avuto pieno sostegno. Identico risultato con la Soprintendenza e l’Università (che sogna un campus). E poi si ragiona sullo snodo ferroviario, sulla linea veloce per Milano, sul retroporto di Genova destinato, a quanto pare, ad assorbire una considerevole quota di denaro.
È tutto scritto in 200 pagine, redatte durante 250 incontri. Non è finita. Anzi.