“Poco Dante sino ad ora per Alessandria”
Il professor Gian Luigi Ferraris interviene sulle celebrazioni per i settecento anni del grande poeta
ALESSANDRIA – Il professor Gian Luigi Ferraris (nella foto sotto), presidente della Società Alessandrina di Italianistica e del comitato scientifico dell’Unitre, è stato in questi mesi lo studioso più impegnato ad Alessandria per celebrare i settecento anni di Dante.
Come curatore, ha anche dato alle stampe due volumi, ‘Il profumo della pantera. Dal volgare dantesco della Commedia ai volgari dialettali dei suoi traduttori’ e ‘Appressamento a Dante 2021. Lezioni dantesche dell’Anno Accademico 2020-2021’, pubblicati entrambi con le Edizioni Dell’Orso.
Professore, come si studia Dante oggi?
Dipende molto dagli insegnanti. Certo oggi si studia molto meno ma è un problema più generale che vale per tutti i programmi. Quando insegnavo, si studiavano già meno canti ma era compensato da un maggiore spazio riservato all’approfondimento sulla storiografia critica. Certo, ora si fa poco, a quanto mi risulta.
Ma agli studenti piace Dante?
Secondo me sì, quando è presentato bene. Nella mia esperienza di studente e poi di docente ho sempre visto un interesse vivo.
Alessandria come sta celebrando Dante?
Sino ad ora ho visto poco. Sono andato a parlare qualche tempo fa, prima di tutta questa chiusura per il Covid, con gli amministratori comunali ed era stata data disponibilità ad assumere qualche iniziativa. Avevo proposto una serata pubblica di letture dantesche fatte da personaggi della cultura e della politica alessandrina, come era stato fatto alcuni anni fa.
Altre proposte?
Ci sono in pista anche iniziative a livello scolastico. Sono stato contattato, come presidente della Società Alessandrina di italianistica, dal Fai per un’iniziativa che vede impegnato l’istituto Boccardo di Novi Ligure. Altre iniziative vedono protagonisti l’Unesco e club come Soroptimist e Lions. Ma non c’è molto, spero ancora di organizzare una serata di letture o con un dantista illustre.
Oggi sono molte le letture di Dante.
Si sono moltiplicate, è vero. Per quanto mi riguarda, quella di Gassman resta ancora un punto di riferimento, nonostante la dicitura un po’ enfatica e magari lontana dai gusti più recenti. Era molto bravo nella lettura ma non si limitava a questo, affiancandola a un commento sintetico ma molto puntuale.
Per questi duecento anni dei nuovi libri da suggerire?
I commenti più recenti sono di Anna Maria Chiavacci Leonardi, Saverio Bellomo e Giorgio Inglese. Vanno ricordate le biografie di Alessandro Barbero e Aldo Cazzullo, il bellissimo saggio ‘Dante per immagini’ di Lucia Battaglia Ricci, l’ottimo e fresco di stampa ‘Le donne di Dante’ di Marco Santagata e il ponderoso ‘L’Italia di Dante’ di Giulio Ferroni. Tutti testi indispensabili per un aggiornamento propiziato dal centenario.