Pd: “Un tavolo territoriale per affrontare le crisi del territorio”
Cerutti, ma anche Gimi, l'ex Framar
CASALE – Il tribunale di Vercelli ha preso due-tre giorni di tempo per rispondere sulla disponibilità a richiedere la cassa integrazione per i circa 260 lavoratori (Cerutti e NewCo). Spiegano il gruppo consiliare e il circolo casalese del Pd: «Questa sarebbe la via maestra per proseguire il percorso di tutela dei lavoratori in vista delle valutazioni di interesse per l’asta calendarizzata il 3 maggio. In ogni caso e a maggior ragione, qualsiasi sarà la risposta del tribunale, diventa ancora più importante il ruolo del tavolo interministeriale. Nei giorni scorsi il Ministero del Lavoro ha già dato dimostrato attenzione in tal senso, a breve confidiamo possa seguire anche la disponibilità del Mise. In questo ore, seguenti il temporeggiare del Tribunale, ci siamo subito attivati, insieme a Pd provinciale, Pd regionale e alle parlamentari Chiara Gribaudo e Anna Rossomando, per far arrivare al Ministro del Lavoro gli ultimi aggiornamenti. In parallelo stiamo contribuendo il più possibile anche nell’aggiornare e chiedere riscontro al Ministero dello Sviluppo Economico».
La richiesta è di un coordinamento territoriale: «Questa situazione deve assolutamente dare il via a un ragionamento più ampio e strutturato a livello territoriale. Ormai le crisi aziendali sul territorio casalese e del Monferrato sono in continuo aumento e si stanno manifestando in tutta la loro drammaticità. Non è possibile rincorrere i problemi sul territorio per andare ad affrontare solo in termini emergenziali le crisi di aziende o ancora peggio le chiusure, cercando di limitare i danni. Purtroppo la Gimi di Mombello o la Cerutti di Casale rischiano fortemente di non essere casi isolati. Come avevamo già evidenziato lo scorso giugno presentando il primo ordine del giorno sulla crisi Cerutti, torniamo ora a riproporre in modo urgente, tramite un nuovo ordine del giorno, l’apertura di un tavolo di crisi sul territorio, in accordo alla sollecitazione mossa nei giorni scorsi dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil di Alessandria. Serve un tavolo che preveda la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, del sindacato, delle associazioni di categoria e della politica. Un tavolo che affronti il problema economico, produttivo e occupazionale, partendo dallo stato attuale dell’arte e proseguendo sulle prospettive future del territorio, definendo obiettivi e strategia con la capacità di cogliere l’’occasione dei finanziamenti, in primis quelli che arriveranno dall’Europa. Senza lavoro va in crisi il territorio e la pandemia sta mostrando in modo ancora più forte i limiti di un sistema di sviluppo che va capito e ridiscusso perché il nostro territorio sta impoverendo anche delle conoscenze e competenze di tante persone che ne hanno costruito il benessere e la ricchezza. Se manca il lavoro non si consuma, va in ulteriore irreversibili crisi il commercio, il sistema dei trasporti, le infrastrutture e si indebolisce il sistema della scuola e della sanità, perdendo l’identità e il futuro di intere generazioni».