Cento chilometri a piedi: “Così sosteniamo il settore del gioco legale”
Gaetano Franchina di Serravalle e Piero Corrado di Bosco alla manifestazione dei lavoratori organizzata a Torino
SERRAVALLE SCRIVIA — Ha percorso a piedi più di cento chilometri: da Bosco Marengo a Torino, per protestare contro la legge regionale che ha imposto lo spegnimento di quasi tutte le slot machine in bar e tabaccherie. Il serravallese Gaetano Franchina, insieme al collega Piero Corrado, è partito domenica alla volta del capoluogo regionale, dove ieri mattina si è tenuta una manifestazione di lavoratori del settore.
«L’azienda per cui lavoriamo, la Allstar di Bosco Marengo, si occupa di noleggio, manutenzione e gestione di apparecchi per il gioco – racconta Franchina – Ci sono una trentina di dipendenti e, se la legge regionale passa così com’è, c’è il forte rischio che in tanti perdano il posto di lavoro».
La legge regionale prevede che i video poker, le slot machine e le altre “macchinette mangiasoldi” non possano essere installate entro una certa distanza dai luoghi sensibili, come negozi di compro oro, oratori, bancomat, scuole e ospedali.
La legge contro la ludopatia viene contestata dagli operatori del settore perché ha efficacia retroattiva: «Noi chiediamo che la normativa riguardi solo le nuove installazioni – spiega Franchina – Il 21 maggio, se le norme non saranno cambiate nel frattempo, sale gioco, sale bingo e sale scommesse dovranno trasferirsi fuori dalle città o chiudere».
Le slot machine sono una notevole fronte di introiti per lo Stato: secondo l’agenzia Agipronews, in Piemonte la perdita annua per l’erario è pari a circa 163 milioni. Inoltre sarebbe in aumento il gioco illegale.
Ci sono però anche studi di segno opposto. Secondo il rapporto Ires 2019, l’ultimo prima della pandemia, in Piemonte si sarebbe registrato un drastico calo dei volumi di gioco a fronte di un aumento in altre regioni italiane. È cresciuto, è vero, il cosiddetto “gioco a distanza”, ma meno che nel resto d’Italia.