Crisi Cerutti: «Non vogliamo essere una nuova Bistefani». La protesta si allarga?
CASALE – Si è tenuto oggi nel primo pomeriggio un secondo incontro coordinato dalla Regione Piemonte sulla crisi Cerutti. Al meeting ha partecipato anche la curatela. Praticamente nulla di nuovo. I curatori hanno parlato di più di una manifestazione d’interesse che, tuttavia non si è ancora tramutata in alcuna proposta d’acquisto concreta.
«Serve l’intervento del Mise affinchè si intavoli un progetto concreto – ha spiegato in assemblea Maurizio Cantello di Fiom – L’eventuale proposta di una nuova società con meno dipendenti, che lavori 2-3 anni non ci troverà disposti a discutere di perimetri occupazionali. Serve un piano serio, nessuno spezzatino. Al Ministero del Lavoro invece chiediamo 6 mesi di cassa straordinaria, ma per questo serve un progetto serio. Abbiamo davanti una o due settimane per arrivare a qualcosa di concreto. Non crediamo che l’azienda sia ‘cotta’ ma che abbia mercato – è andato avanti confermando altre due settimane di presidio in via Adam (va avanti da mercoledì 17 febbraio) – non escludiamo però che la protesta esca da queste mura, alziamo il tiro».
Ancora più deciso Luca Barbero, Rsu: «Senza gli operatori che lavorano in fabbrica questa azienda non vale niente. Non vogliamo essere una nuova Bistefani, la nostra dignità è sacra. Nelle prossime due settimane ci giochiamo tutto – ha detto rivolto ai colleghi – Se non arrivassero garanzie che i nostri compensi di febbraio saranno pagati il nostro da presidio si trasformerà in picchetto».
Tempo una ventina di giorni e anche formalmente i 130 della newco confluiranno nel fallimento ufficialmente con i 160 esuberi di pochi mesi fa. Per i 130 intanto i sindacati hanno annunciato un ulteriore mese di ‘cassa Covid’, fino al 27 marzo. Poi servirà necessariamente l’intervento di Roma.