Covid, crolla il numero dei casi. Il contagio (finalmente) rallenta
I dati spiegati dal prof. Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell'Upo
Danno fiducia i numeri relativi all’emergenza coronavirus nell’Alessandrino e, più in generale, in Piemonte: ieri, ad esempio, secondo l’Unità di crisi regionale sul nostro territorio ci sono stati appena 2 nuovi contagiati e un decesso, oltre a 41 guarigioni.
«Ma quello che colpisce di più – commenta il professor Carluccio Bianchi (foto), docente di Macroeconomia dell’Upo che dall’inizio della pandemia analizza e studia quotidianamente la curva del contagio – è la forte diminuzione dei casi nel confronto tra la settimana che finisce oggi e la scorsa: parliamo, infatti, di ben 70 episodi in meno, passando da 204 a 134. E le due realtà che scendono maggiormente sono proprio Alessandria (che fa registrare un bel -33) e Torino (-29). Ma tutte le nostre province sono in diminuzione, ad eccetto del Vco che è sempre stato molto basso e stavolta, al contrario, balza al comando con 14 positivi in più rispetto ai sette giorni precedenti».
Analizzando la situazione nel suo complesso, come stiamo in Piemonte? «Sicuramente meglio – risponde il docente – E, considerato che Alessandria, Torino e in parte Novara hanno sempre avuto un peso rilevante in questa emergenza, la variazione percentuale adesso tende ad essere più alta: se la regione si attesta allo 0,4, Alessandria ora è a 0,6, Novara a 0,9 e Vco a 1,3».
Quello che colpisce di più è la forte diminuzione dei casi nel confronto tra la settimana che finisce oggi e la scorsa
Conforto arriva pure dagli ospedali, dove sono ormai quasi spariti i ricoverati nelle Terapie intensive: «Sono appena 15 nell’intero territorio, ma anche gli ospedalizzati sono calati fino ad essere 316. Interessante, come sempre, è l’analisi sulla ‘nascita’ dei nuovi contagi – aggiunge bianchi – Il primo dato che balza all’occhio è che dei 134 episodi di questa settimana circa l’80% sono asintomatici e, se guardiamo ad Alessandria, abbiamo ormai 4 positività quotidiane di cui 3 asintomatiche. Con una media attendibile di un decesso sulle 24 ore e 35 guariti».
Cosa c’è da temere? «Il riesplodere di focolai al lavoro o in famiglia, come accaduto ad esempio a Bologna o a Mondragone. Occhi ben aperti su emergenze improvvise, quindi, pronti a prendere nel caso i necessari provvedimenti».