Covid, Alessandria: il numero dei positivi scende sotto i 400
Il prof. Carluccio Bianchi spiega le luci e le ombre degli ultimi rilevamenti
Un nuovo contagio in provincia, nessuna vittima e 8 guarigioni: questo l’andamento della pandemia in provincia, nella giornata di ieri, secondo l’Unità di crisi regionale.
Numeri che, secondo il professor Carluccio Bianchi (docente di Macroeconomia dell’Upo), «possono essere visti da un doppio punto di vista, in positivo ma anche in negativo».
Cosa significa? «Partiamo dal bicchiere mezzo pieno: abbiamo una stabilizzazione di casi settimanali a livello molto basso, perché sono 91 ed erano 90 quella precedente, ma ben 187 quella prima ancora. Di conseguenza, l’incremento percentuale in Piemonte è pari allo 0,3%, uno dei valori più bassi di tutta Italia ed esattamente la metà della Lombardia».
E guardando il bicchiere mezzo vuoto? «Possiamo valutare il termine della discesa delle positività nei sette giorni, perché siamo risaliti seppur di un solo episodio (da 90 a 91). Inoltre, tutte le nostre province sono in lieve rialzo, tranne Novara che fa registrare un -13 e il Vco (peraltro unico focolaio accertato della regione) -8; per contro, il Cuneese è leader negativo con +7 davanti a Torino e Vercelli a +4, mentre Alessandria si attesta a +2. E non dobbiamo dimenticare che sono tornati casi nelle Rsa, per la precisione 13 su 91».
E Alessandria? «La realtà in linea di massima è favorevole, con un positivo rilevato al giorno e un incremento percentuale di nuovi contagi a settimana che è il più basso del Piemonte, addirittura dello 0,17. E il numero dei positivi è sceso sotto i 400 per la prima volta, fino a 383. Quindi, il bilancio è sicuramente tendente al positivo».
Ma meglio non rilassarci troppo, potrebbe essere il sunto? «Sì – conferma Bianchi – perché il virus è in ritirata ma non sconfitto: ci sono delle code più alcuni focolai da tenere sotto controllo, mentre proprio in questi giorni l’Accademia Americana delle Scienze ha pubblicato un articolo secondo il quale la trasmissione aerea del virus è oggi la principale fonte di contagio. Ciò vuol dire che, soprattutto nei luoghi chiusi e poco ventilati, le mascherine sono ancora un elemento fondamentale. E abbassare la guardia sarebbe prematuro, oltre che rischioso e incauto».