Alessandria vicina al contagio zero
Il prof. Carluccio Bianchi spiega gli ultimi dati diramati dall'Unità di crisi
Nuovo ‘doppio zero’ in provincia: secondo l’Unità di crisi regionale per l’emergenza coronavirus, infatti, ieri nell’Alessandrino non si sono registrati né decessi né nuovi contagi. Cresce, invece, il numero di guariti: se ne sono aggiunti altri dieci, per un totale di 2.948.
Mi preoccupa la scarsa diffusione dell’app Immuni
«Al di là del ‘doppio zero’ ormai rituale del lunedì estivo – commenta il professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo – per la prima volta, in Piemonte, siamo sotto i 100 casi a settimana: infatti siamo passati da 187 positività a 90, meno della metà. E impressiona la discesa, in particolare, in provincia di Alessandria: abbiamo addirittura registrato per quattro giorni di fila nessun nuovo contagio, facendo segnare un calo di ben 42 episodi in sette giorni, facendo meglio di Torino (-35), Novara (-14), Cuneo (-9) e Asti (-6). In controtendenza, invece, Biella e il Vxo, che pur con numeri bassi in assoluto hanno una crescita di 4 casi a testa».
La nostra provincia, dopo settimane di allarme rosso, sembra adesso quella che sta meglio: «L’Rt è crollato da 1,2 a 0,1 – conferma Bianchi – mentre in regione si è passati da 0,6 a 0,3: guardando il grafico elaborato (e che pubblichiamo a corredo dell’articolo, ndr) si può notare come si sia passati finalmente dalla ‘zona rossa’ alla ‘zona gialla’. Meglio non potremmo fare, perché per numeri assoluti non potremmo attestarci nell’area verde che spetta a territori che non solo hanno al momento bassi incrementi, ma non hanno avuto nei mesi scorsi picchi emergenziali come i nostri o come, ad esempio, Lombardia, Veneto o Emilia Romagna».
È fiducioso su una possibile fine dell’epidemia? «Siamo certamente a un livello ottimale, anche se bisogna tener conto che i tamponi sono diminuiti, passando negli ultimi giorni da una media di 3.500 prima a 2mila e poi, domenica, a 1.100. Ma – aggiunge Bianchi – conforta vedere la specificità dei casi ancora esistenti: solo il 30%, infatti, viene da contatti, mentre ben il 44% arriva da screening. Per il futuro, mi preoccupano essenzialmente due cose: la scarsa diffusioni della app Immuni per il tracciamento e la riapertura delle scuole a settembre, per la quale onestamente mi sembra ci sia solamente molta confusione, ma nessuna decisione».