“Amministrazione penitenziaria, ora una donna al vertice”
ALESSANDRIA – “Dopo che all’interno dell’amministrazione penitenziaria per decenni hanno primeggiato, esclusivamente, figure maschili a nostro avviso improduttive di effettivi miglioramenti nei risultati e nelle condizioni di vita e di lavoro delle carceri, in un sistema in cui sopravvive una classe dirigente abituata a ‘marcare il territorio’ anche rispetto a privilegi oramai datati, deleteri e dispendiosi, qualora a seguito dell’insediamento della nuova Guardasigilli Marta Cartabia non venisse riconfermato l’attuale capo del Dap Bernardo Petralia, risulterebbe indispensabile immaginare la designazione, quale vertice, di una figura femminile di prestigio”: è quanto si legge in una nota a firma di Leo Bedeuci, segretario generale dell’Osapp – Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria.
Secondo il sindacato, la possibile e auspicabile stagione di riforme che attende l’amministrazione penitenziaria – “riguardo sia a una nuova e più proficua organizzazione del Corpo (il cui Regolamento data oramai al 1999) per un ‘rinvigorimento’ delle funzioni legate al trattamento rieducativo della popolazione detenuta e nelle attribuzioni di Polizia legate alla effettiva sicurezza delle carceri e nel rapporto con gli altri Corpi, oltre che rispetto ad una esecuzione penale efficace ed utile per il produttivo reinserimento sociale dei detenuti (per garantire una migliore convivenza civile)” – “abbisognano – si legge ancora di una attività creativa e di adeguata sensibilità, sganciata da logiche di spartizione, che solo una figura femminile potrebbe in questo momento garantire. Se nell’amministrazione penitenziaria si lavora nel carcere e per il carcere, per ottenere finalmente meno carcere nella società, la scelta di una donna al vertice – conclude Beneduci – appare indispensabile per porre fine alle lotte di potere interne, che già si affacciano a rivendicare con il nuovo Governo le migliori poltrone, vantando risultati e competenze di fatto inconsistenti negli anni per il personale e per l’utenza”.