Deangelis: “No al Centro Studi? Concezione miope”
L'intervento del consigliere comunale 'civico'
VALENZA – La recente notizia relativa all’ampliamento dell’insediamento di Bulgari e la contestuale decisione dell’Amministrazione di Maurizio Oddone di procedere in discontinuità rispetto al passato, ha prodotto perplessità anche in Alessandro Deangelis.
Fino a pochi mesi fa era previsto un Centro Studi che consentisse di dar luogo a start-up in accordo con il tessuto produttivo locale per guardare con fiducia ai futuri orizzonti occupazionali ed economici del Distretto. «Adesso – chiosa Alessandro Deangelis, consigliere di area civica – ad una visione lungimirante sta prevalendo una concezione miope legata alla valorizzazione del verde pubblico e all’ordinaria gestione».
Tra le motivazioni addotte dal Comune vi è la necessità di favorire a Valenza una zona ‘Co2free’: «come se il problema fosse l’assenza di ‘verde’ in Città; sembra di ritornare al 2009-10 con le zone 30 che in passato hanno significato solo un esborso eccessivo di risorse pubbliche senza troppa utilità rispetto agli obiettivi ambientali del periodo. Per quanto anch’io mi sia posto in antitesi verso la precedente maggioranza (quella di Gianluca Barbero nda), riconosco che vi siano delle continuità positive che dovrebbero essere incoraggiate e implementate negli effetti e secondo logiche di inclusione territoriale e di internazionalizzazione della nostra Città, un centro zona dalle forti potenzialità e dotata di una tradizione di eccellenza, a metà strada da Milano, capitale economica italiana, e luoghi di richiamo quali il Monferrato e le Langhe Roero, patrimonio Unesco. Ciò premesso, in vista del prossimo Consiglio Comunale chiederò conto al sindaco perché Valenza non tralasci il percorso fin qui intrapreso per mere ragioni di parte o per mancanza di lungimiranza. In campagna elettorale l’attuale squadra di governo ha promesso un cambiamento sensibile, dimostri ora di saper guardare oltre il presente investendo sul futuro e sul comparto produttivo, non lo richiede solo la contingenza presente ma lo esigono anche le future generazioni».