Ru486, Locci: “Con questo Odg diciamo solo brava Regione Piemonte”
Il botta e risposta dopo le polemiche sollevate da Non Una di Meno
ALESSANDRIA – Se l’attacco di Non Una di Meno non si è fatto attendere sull’ordine del giorno a firma Piero Castellano (FdI) e Emanuele Locci (Alessandria Migliore) sulla Ru486 che sarà discusso nel Consiglio comunale di Alessandria questa sera, mercoledì 17 febbraio, anche la risposta di commento dei due proponenti ha avuto tempi altrettanto brevi. Con stupore per le polemiche sollevate dalle attiviste del movimento.
“Con questo odg non attacchiamo l’autodeterminazione della donna – come scrive Non Una di Meno subito all’inizio del comunicato, spiega Castellano (in foto, sotto) – Anzi. Cerchiamo di dare maggiori cure mediche e sostegno a quelle donne che si trovano in questa situazione“. “Nessuno accenno al diritto o meno di abortire – prosegue il capogruppo di Fratelli d’Italia – Che non c’è nel testo del documento. Quindi Non Una di Meno ci attacca e polemizza su qualcosa che non esiste, che non c’è scritto”.
“La tendenza di questo gruppo è di fare volutamente disinformazione – aggiunge Locci – Perché si sta rispondendo a qualcosa di immaginario. Noi non mettiamo in dubbio alcun diritto di legge con questo odg”. Quello che si chiede è di “appoggiare le linee guida della Regione Piemonte” che si discostano da quelle dettate invece dal Ministero della Salute nella nota di aggiornamento dell’agosto 2020. Insomma diciamo “brava Regione, siamo d’accordo con te!”
Alcune precisazioni riguardano proprio i contenuti e le volontà: “Credo sia importante dare assistenza ospedaliera. Questo farmaco (la pillola abortiva) non è un medicinale da banco”, evidenzia il capogruppo di Alessandria Migliore.
Puntualizzando anche sulla questione delle associazioni ‘Pro vita’ e della possibile apertura di sportelli nelle strutture ospedaliere: “Non ci siamo inventati nulla. Questo è già previsto nell’articolo 2 della legge 194. Cosi facendo, cioè polemizzando per qualcosa che non viene detto né richiesto, mi sembra solo che non aspettino altro che siano in discussione tematiche come queste per giustificare la loro esistenza. Perché – conclude Locci – sono rimaste solo più loro a fare battaglie che nessuno sta più combattendo (il riferimento è alla legge 194, ndr). C’è una legge? Ecco noi cerchiamo solo di farla rispettare”.
I SINDACATI
Tra le prime reazioni, ancora prima della discussione in Consiglio comunale, non c’è solo quella di Non Una di Meno. Ma anche delle organizzazioni sindacali Cgil e Uil che esprimono “totale contrarietà alla circolare della Regione Piemonte, che obbliga al ricovero ospedaliero le donne che vorranno sottoporsi ad aborto farmacologico tramite la pillola Ru846 e che invece questo ordine del giorno sostiene pienamente”.
“Questa circolare è in pieno contrasto con la disposizione del Consiglio Superiore di Sanità che in data 4 agosto 2020 ha espresso parere favorevole al ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino a 63 giorni, ovvero 9 settimane compiute di età gestazionale – scrivono i sindacati – Questo deve avvenire nelle strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nei consultori oppure in regime di day
hospital. Cgil e Uil di Alessandria ribadiscono la totale validità della legge 194 del 1978 e ne richiedono l’applicazione nel rispetto dell’inalienabile diritto all’autodeterminazione e alla libera scelta delle donne”.
“In un periodo come quello attuale, caratterizzato dall’emergenza economica e dalla crisi pandemica, è inaccettabile che il Consiglio Comunale di Alessandria si immagini una discussione su come limitare l’accesso delle donne ad un diritto previsto dalla legge. Oggi più che mai è invece necessario rafforzare tale diritto ed estendere la facoltà di esercitarlo in un numero sempre maggiore di strutture, destinando le risorse in questa direzione“, si legge ancora nella nota dei sindacati, che promettono di “adottare tutti gli strumenti per la tutela dei diritti delle donne e contro questo ennesimo attacco alla libertà qualora la discussione continuasse in Consiglio comunale”.