Ampliamento cC6O4: la Provincia prende tempo, gli ambientalisti pressano
"Situazione grave, la produzione del Pfas va bloccata"
ALESSANDRIA – Ampliamento produzione cC6O4, chiesto da Solvay e concesso dalla Conferenza dei Servizi. Sul punto la Provincia prende tempo e scatena la reazione degli ambientalisti del Comitato Stop Solvay. L’ingegner Claudio Coffano, responsabile Ambiente della Provincia di Alessandria aveva sostenuto: “Valuteremo, alla luce di quanto emerso in questi giorni (il riferimento è all’inchiesta della Procura, ndr) se la procedura in atto (ampliamento produzione cC6O4,ndr) deve essere interrotta in attesa di avere ulteriori dettagli oppure se può essere indipendente. Sottoporremo la situazione al legale della Provincia e al Segretario generale affinché valutino la situazione“.
Il Comitato Stop Solvay
“Le dichiarazioni dell’Ingegner Claudio Coffano, dimostrano quanto l’ente responsabile della tutela ambientale del territorio provinciale sia per l’ennesima volta restio ad ammettere la gravità della situazione di fronte alla quale ci troviamo – si legge in un comunicato degli ambientalisti del Comitato Stop Solvay – L’aveva già fatto nel 2019 quando, dinnanzi ai dati di inquinamento delle falde e delle acque superficiali forniti da Arpa, avrebbe dovuto opporsi chiaramente e con forza alla richiesta di ampliamento di produzione di cC6o4 depositata da Solvay.
Il cC6O4 è una molecola prodotta esclusivamente da Solvay a Spinetta Marengo – continua il Comitato – come pure la sua sede gemella in New Jersey afferma. Il ritrovamento di questa sostanza nell’ambiente, quindi, non può che essere sintomo di un impianto industriale con criticità.
In quell’occasione come oggi, la Provincia manca di adempire al suo ruolo. I dati ci sono e sono inconfutabili, l’ingegnere Coffano dovrebbe operare secondo il principio di precauzione iniziando finalmente a salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini di tutta la Provincia.
L’ingegner Coffano dovrebbe porsi il problema di bloccare la produzione di cC6o4 e ADV 7800, in nome del principio di precauzione, al posto di domandarsi se sia possibile proseguire ugualmente con le pratiche per l’ampliamento della produzione di cC6o4.
Ribadiamo ancora una volta – concludono gli ambientalisti – le prossime azioni necessarie da mettere in campo: sospensione della produzione di cC6O4 e di qualsiasi altro o presunto PFAs prodotto dallo stabilimento finché non una sola molecola fuoriesca dal sito; screening medico per tutta la popolazione di Spinetta e della Provincia di Alessandria potenzialmente esposta all’inquinamento di queste sostanze; bonifica integrale dell’area contaminata come una sentenza impone; monitoraggio di tutti i pozzi pubblici e privati per il dosaggio di queste sostanze”.