Solvay e cC6O4: la palla passa al legale della Provincia
Palazzo Ghilini a questo punto valuterà come procedere per l'ampliamento di produzione
ALESSANDRIA – Il lungo e sofferto iter che doveva concedere o negare l’ampliamento della produzione di cC6O4 chiesto da Solvay si era concluso il 1° ottobre 2020. La multinazionale aveva ottenuto il «sì» degli enti, ma con limiti e prescrizioni stringenti. Un «sì», si era detto, è subordinato ad una serie di attività e lavori. Era stato applicato in maniera anche più stringente il limite del Collegato ambientale allo scarico che chiede il valore medio di 12 campionamenti annuali.
Al momento, dunque, l’autorizzazione non è ancora stata concessa ufficialmente: è in istruttoria, proprio per via di quelle prescrizioni chieste.
Ora, dopo il blitz dei carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) e della Procura alessandrina all’interno dello stabilimento di Spinetta, il traguardo per quell’ampliamento di produzione sembra essersi allontanato di qualche metro. La magistratura ha aperto un fascicolo – l’indagine è ancora in corso – ipotizzando il reato di disastro ambientale e omessa bonifica.
L’intervento dell’ingegner Claudio Coffano, responsabile Ambiente della Provincia di Alessandria.
“Valuteremo, alla luce di quanto emerso in questi giorni (il riferimento è all’inchiesta della Procura, ndr) se la procedura in atto (ampliamento produzione cC6O4,ndr) deve essere interrotta in attesa di avere ulteriori dettagli oppure se può essere indipendente – lo afferma l’ingegner Claudio Coffano, responsabile del settore Ambiente della Provincia di Alessandria – Sottoporremo la situazione al legale della Provincia e al Segretario generale affinché valutino la situazione”.
La storia: la Conferenza dei Servizi si concluse il 1° ottobre
La Conferenza dei Servizi aveva detto sì all’ampliamento di produzione del cC6O4, purché subordinato ad una serie di attività e lavori che dovevano ancora essere decisi. Era stato applicato in maniera anche più stringente il limite del Collegato ambientale allo scarico che chiede il valore medio di 12 campionamenti annuali allo scarico. Un valore che prende in considerazione tutti i risultati dell’attività dell’azienda.
Solvay, sta producendo il cC6O4 (Pfas di nuova generazione) dal 2014 con dei limiti molto più alti rispetto a quello cui dovrà attenersi in futuro.
L’Arpa aveva chiesto controlli sul fiume Bormida con cadenza mensile per verificare gli effetti e le concentrazioni delle sostanze scaricate. Tutto questo in attesa che l’Istituto Superiore di Sanità o il Ministero pongano limiti a queste sostanze. In Conferenza era stata posta una soglia anche per l’ADV 7800 allo scarico, nonostante questo Pfas non sia inserito sul collegato ambientale.
«I limiti massimi ammissibili per il cC6O4 allo scarico – aveva sottolineato Alberto Maffiotti, allora direttore Arpa Alessandria – Asti – che dopo tre anni saranno operativi per Solvay sono pari a 0,5 microgrammi/litro come previsti dalla bozza del Collegato ambientale. È stato anche definito in tre anni il limite di adeguamento dell’impianto di trattamento che possa garantire il rispetto dei limiti per lo scarico in Bormida. L’autorizzazione sarà formalizzata dalla Provincia, presumibilmente, con le decisioni approvate ieri (1° ottobre 2020, ndr). Verrà monitorato il fiume Bormida per verificare gli eventuali impatto dello scarico dei reflui trattati dall’impianto».
Condizioni restrittive
«La Conferenza dei Servizi ha raccolto tutti i pareri degli Enti – aveva spiegato l’ingegner Claudio Coffano, responsabile settore Ambiente della Provincia – Alla fine, ancorché non sia ancora effettivo il Collegato ambientale, si è ritenuto di applicare delle condizioni leggermente più restrittive, e procedere a un fitto monitoraggio della qualità delle acque del Bormida. Perché, qualora anche i valori assegnati dimostrassero un impatto sul corso d’acqua come previsto dal decreto in emanazione sarà possibile abbassarlo ulteriormente rispetto a quanto previsto dalla norma. Come Provincia – aveva sostenuto Coffano – abbiamo chiesto che l’aumento di produzione e di uso di cC6O4 vada di pari passo ad una corrispondente riduzione dell’utilizzo di ADV 7800. Abbiamo concordato di procedere con Arpa all’installazione di un campionatore automatico al punto finale di scarico di Solvay, appena prima del Bormida che potrà essere comandato direttamente da Arpa per effettuare i controlli necessari senza dover passare attraverso la ditta. È stata sicuramente un’autorizzazione molto complessa e difficile – aveva concluso Coffano – che permetterà di avere condizioni più restrittive e la possibilità di controlli molto più efficaci».