L’Emporio solidale e le etichette del deputato Beghin
L'eurodeputata: "Era necessario. Lo chiede il Parlamento Europeo"
ACQUI TERME – L’Emporio Solidale è un importante ente a sostegno delle famiglie in difficoltà. Qui confluiscono le energie di tanti soggetti del terzo settore che singolarmente provvedono alla raccolta sul territorio di generi alimentari (e non solo) e mettendoli a disposizione dei nuclei meno abbienti. La maggior parte dei beni provengono dal Banco Alimentare, ma un buon contributo arriva soggetti privati. Tra questi, anche l’europarlamentare Tiziana Beghin.
«In realtà non sono soldi miei. Ho fatto da tramite tra il Parlamento Europeo e l’ente – ha tenuto a precisare la deputata – Come parlamentari abbiamo a disposizione dei fondi da mettere a disposizione di associazioni o fornitori la cui attività ha a che fare con l’informazione e/o la diffusione dei messaggi dell’Unione Europea, tra questi l’inclusione e la lotta alla povertà».
Alla base della scelta munifica diretta alla città bollente un sincero amore. «Sono genovese, ma molto legata a questa parte del Piemonte – ci ha confessato – Da piccola trascorrevo le vacanze a Strevi, ho parenti a Cassine e una casa di campagna a Castelnuovo B.da; amo queste colline. Conosco la realtà locale e so che l’Emporio Solidale è punto di riferimento di un’area ben più vasta della città include centri che, anche se a metà strada da Alessandria, preferiscono rivolgersi ad Acqui. L’idea è quella di raggiungere famiglie che nei paesi più piccoli rimarrebbero esclusi dalle reti sociali. Si chiaro, non ho aiutato solo l’Emporio, ma anche associazioni di San Mauro Torinese, Torino e Pinerolo».
(prosegue dopo la foto dell’europarlamentare Tiziana Beghin)
Alcuni hanno criticato la presenza sui beni in distribuzione di un adesivo riportante il suo nome, paventando un captatio benevolentiae elettorale. «Era necessario, diversamente il Parlamento non avrebbe erogato i fondi – la giustificazione della Beghin – I paletti erano chiari: prodotti gadget ad un prezzo inferiore a due euro e la presenza del nome del deputato ‘mediatore’. Io ho optato per un adesivo che riporta molto spazio blu, una grande scritta ‘N.I.’ e più piccolo il mio nome. Non avrei voluto nemmeno metterlo perché ritengo che certe cose vadano fatte senza dare visibilità a chi le ha rese possibili (infatti non ho fatto pubblicità all’iniziativa). Ammetto che non è stato facile. Ho provato a coinvolgere le attività del territorio ma è stato impossibile perché la logistica di una piccola azienda trova difficoltà ad offrire un paniere di prodotti di prima necessità sotto i due euro. Ho trovato invece in Esselunga un partner affidabile che oltre a fornire 23 referenze di prima necessità sia alimentare sia per l’igiene, ha curato la logistica e l’etichettatura».