Melazzo: da Buenos Aires alla valle Erro
Anabella: "Arzello è il posto giusto dove crescere i figli"
MELAZZO – La storia di Anabella Madeo (40 anni) e Claudio Siciliano (46) insegna come il bello molte volte si manifesti con più enfasi agli occhi degli estranei. «Immagino che non sia usuale che una famiglia da Buenos Aires decida di trasferirsi in una frazione di un piccolo paese per cercare pace e tranquillità» ammette la donna che parla perfettamente italiano con un simpatico accento spagnolo. Dalla capitale dell’Argentina la famiglia dopo aver girato il Belpaese, a dicembre 2020 decide di stabilirsi ad Arzello, frazione di Melazzo. E il lavoro? «Per noi non è un problema – continua l’intervistata – Io sono una graphic e web designer e mio marito è un esperto di marketing e pubblicità. Possiamo lavorare ovunque ci sia una connessione ad internet». I loro clienti sono di tutto il mondo, specialmente di lingua inglese: Stati Uniti, Regno Unito, Australia.
«Siamo stati in diverse località d’Italia – continua Anabella – Rimini, Riccione, Voghera. Belle, ma non offrivano l’ambiente incontaminato che abbiamo trovato in questa zona. E’ bellissimo. Appena abbiamo visto la casa, seppur c’erano da fare dei lavori, ce ne siamo innamorati ed abbiamo deciso di comprarla. Nostra figlia Vittoria, che ha sei anni, è già iscritta alla scuola di Melazzo. Per Emilia che ne ha solo uno c’è tempo». Cosa pensate di trovare nel vostro nuovo paese. «Una vita a misura d’uomo, un luogo dove c’è una comunità viva e ci si conosce un po’ tutti, il posto giusto dove far crescere dei bambini».
Colpo di scena: Anabella e Claudio hanno origini italiane. «In verità quando abbiamo deciso di lasciare l’Argentina è stato facile pensare all’Italia perché entrambe le nostre famiglie provengono da qui – afferma con orgoglio l’intervistata – Il nonno di mio marito era originario di Locri, la nonna di Massa Carrara. Mio papà è nato invece a Corigliano Calabro e nel 1957, quando era piccolo, ha seguito la famiglia a Buenos Aires. E’ mancato 4 anni fa senza poter mai tornare in Italia. Alla sua morte quindi ho deciso di ripercorre le sue orme ed è stato un po’ come riportarlo in patria».
(nelle foto, il passaporto di Teresa, nonna di Antonella e gli avi di Claudio: il ragazzo al centro è suo nonno Vincenzo)