Casale Cuore del Monferrato: “Ecco perchè diciamo no al termovalorizzatore”
Rossi e Sorisio contrari alla prospettiva
CASALE – Se ne parla da qualche settimana dell’ipotesi di realizzare un piccolo termovalorizzatore alla discarica Cosmo di Roncaglia, frazione di Casale. Sull’argomento è netto il giudizio negativo del “Laboratorio Socio Politico Casale Cuore del Monferrato”, espressione della lista civica che, alle amministrative del 2019, sosteneva la candidatura a sindaco dell’ex assessore Marco Rossi.
«Di fronte alla proposta avanzata dal Presidente di Cosmo spa Gabotto, espressione e quindi voce del Sindaco Riboldi e della sua Giunta, di realizzare un piccolo termovalorizzatore alla discarica “Bazzani” di Roncaglia, non possiamo che palesare la nostra più ferma opposizione – dicono da Cuore – Il Presidente dichiara che con una spesa di circa 5 milioni di euro si allungherebbe la vita della discarica e si avrebbero benefici dal punto di vista dell’energia prodotta dal termovalorizzatore, usata per il sostentamento dell’impianto e con questa motivazione ha convinto la maggioranza dei sindaci del territorio
a votare favorevolmente a questa proposta. Tuttavia Gabotto si è forse dimenticato alcuni elementi che almeno pubblicamente avrebbero dovuto essere chiariti e cioè che un termovalorizzatore».
Marco Rossi e Davide Sorisio di ‘Cuore’ li elencano:
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Significherebbe abbandonare totalmente il progetto della tariffazione puntuale e quindi del principio che chi più produce più paga! E’ infatti impossibile pensare che COSMO Spa possa investire sia nella filiera della tariffazione puntuale che in quella della termovalorizzazione senza un aumento ingente dei costi. Del Resto questo non ci stupisce visto che quest’anno abbiamo già assistito ad un cospicuo aumento delle tariffe domestiche per i cittadini, grazie ad una semplice
aggiunta di alcuni servizi di pulizie che hanno pressoché lasciati invariati i problemi storici della Città (ad esempio l’abbandono dei rifiuti) e che la percentuale di raccolta differenziata è scesa nel 2019 al 54,22% contro un dato di partenza del 2017 del 61,1%; - Di dimensioni ridotte come quelle indicate da Gabotto, avrebbe costi di manutenzione, ed esercizio ben superiori alla resa, come è comprovato dai piani industriali dei termovalorizzatori già presenti sul territorio. Questo a meno che -sotteso nelle righe della proposta- vi fosse l’idea di “bruciare” anche i rifiuti altrui per rendere l’impianto proficuo;
- Porterebbe ad una ulteriore diminuzione della frazione di rifiuto differenziato facendo fallire il raggiungimento dell’obiettivo europeo e nazionale che era già fissato al 65% per l’anno 2020 e che comporterebbe l’applicazione di pesanti sanzioni che andrebbero ad aumentare le bollette dei cittadini;
- Di nuova generazione produce emissioni nocive e chi sostiene il contrario o è in malafede o non sa quello che dice. Infatti come chiarisce il fisico ed europarlamentare Pedicini, le nanoparticelle nell’aria (nonostante i filtri migliorati dei moderni termovalorizzatori) sono più tossiche e lo diventano anche le ceneri. Nulla si crea e nulla si distrugge: se tutto diventa più piccolo, diventa pure più tossico o con ceneri più difficili da smaltire. Da un punto di vista tossicologico è tutto molto chiaro: la battaglia contro gli inceneritori e i termovalorizzatori non è una mera questione ideologica, ma un preciso dovere a tutela della salute pubblica. Eppure Casale Monferrato e i suoi amministratori avrebbero dovuto ampiamente comprendere i rischi di un altro nemico invisibile nell’aria…
«Per questi motivi il termovalorizzatore non può più essere la soluzione, trattandosi di un modello sorpassato nella visione europea e, in Italia soprattutto, anche fonte di numerosi illeciti ambientali. Per questo invitiamo l’Amministrazione di Casale Monferrato, ma anche tutti i sindaci del territorio a ripesare le loro valutazioni e dare nuovo impulso ed enfasi al perseguimento di un’economia circolare, basata sui principi della riduzione, del riciclo e del riutilizzo dei rifiuti, ma anche su un sistema equo che vada ad aumentare i costi a chi maggiormente inquina e deturpa il nostro ambiente e non in modo indiscriminato sulle finanze e la salute di tutta la comunità. Ai tempi dell’Eternit il lavoro da molti venne considerato più importante della salute dei cittadini. Oggi basterà dire che con il termovalorizzatore scenderà il costo della tassa rifiuti per renderlo sopportabile? Ora come allora, ci dicano i decisori politici: l’ambiente e la salute vengono prima o dopo il denaro?»