Tartufai del Monferrato: petizione online contro il deposito nucleare
La onlus nata nel 2018 per valorizzare il tartufo ed il territorio monferrino prende posizione
PARETO – Il Governo romano vorrebbe realizzare nel territorio alessandrino alcuni siti atti allo stoccaggio di scorie radioattive. Allarme generale, sul piede di guerra sindaci e politici non solo locali.
Accanto agli eletti, si è mossa anche la società civile. L’Associazione Tartufai del Monferrato è tra questi. La onlus, nata nel 2018 per valorizzare il tartufo ed il territorio monferrino, non accetta che si metta a repentaglio il contesto unico in cui nasce una tradizione che si tramanda di padre in figlio. «Ciò che accumuna i nostri soci sono la grande passione per la ricerca del tartufo e il rispetto della natura che genera le eccellenze del nostro territorio: il Tuber Magnatum Pico (tartufo bianco pregiato del Piemonte), il Tuber Melanosporum (tartufo nero pregiato ) ed il Tuber Aestivum (tartufo estivo o scorzone) – ha spiegato la portavoce Antonella Scaglia – Lo scopo fondamentale della nostra associazione è sì la conservazione della “cultura” del tartufo ma in una logica di protezione della natura e salvaguardia dell’ambiente. Ed è proprio nel rispetto di questo fine statutario di difesa dell’ambiente che l’associazione prende posizione contro l’individuazione dei siti ritenuti idonei per la realizzazione del deposito di scorie nucleari nel Piemonte ed in particolare dei sei localizzati nel territorio della Provincia di Alessandria: Alessandria-Oviglio; Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento; Fubine-Quargnento; Bosco Marengo-Frugarolo; Bosco Marengo-Novi Ligure; Castelnuovo Bormida-Sezzadio. Riteniamo che il nostro territorio abbia già dato e stia ancora pagando».
Per tale motivazione l’associazione ha lanciato una petizione sul sito ‘change.org’: «E’ arrivato il momento di levare alto il nostro ‘no’» ha concluso la Scaglia.