“Discesa confermata. Le misure restrittive si rivelano efficaci”
L'analisi e i grafici del professor Bianchi dell'Upo
ALESSANDRIA – La situazione delineata nel precedente aggiornamento, quello di venerdì 15 gennaio, è sostanzialmente confermata. L’andamento della pandemia, a livello regionale come provinciale, dimostra che i sacrifici fatti durante il periodo natalizio – trascorso interamente tra il colore rosso e quello arancione – stanno determinando dei benefici.
A sostenerlo è il professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, secondo il quale «i dati evidenziano che, in riferimento ai nuovi contagi, la curva è in discesa. Segno che il cosiddetto ‘effetto vacanze’ si sta facendo sentire. Ovviamente bisognerà verificare che cosa succederà nei prossimi giorni, ma è chiaro che le misure più rigorose funzionino».
Il primo parametro
Se prendiamo in considerazione l’incidenza dei nuovi casi ogni 100mila abitanti, per esempio, emerge che è l’Italia a guidare la classifica, a quota 167, mentre Piemonte (132), Lombardia (130) e Alessandria (126) sono di fatto sullo stesso piano.
«Prendendo in considerazione questo primo parametro – conferma Bianchi – una buona notizia arriva anche dal Veneto, che è ancora a 234, ma due settimane fa faceva registrare addirittura 500. I casi si sono praticamente dimezzati».
Piemonte e Asti
A livello regionale, parlando di numeri assoluti, si scende da 7285 a 5749 contagi settimanali, quindi 821 al giorno. «Martedì scorso erano 1041 – spiega il docente – e il traino è ovviamente è determinato da Torino, che registra 528 casi in meno. Molto bene anche Cuneo, -222, e Alessandria, che poi analizzeremo nel dettaglio ma che comunque registra -168. A livello di percentuali, la regione fa -21%, la nostra provincia -24%, e pure Asti e Vco, che in precedenza avevano fatto registrare aumenti significativi, sono rispettivamente a -41 e -35%. Asti, come numeri, ha uno scarto negativo di 228 unità».
Pochi i tamponi
In questo quadro, però, bisogna sottolineare che è ancora basso il numero dei tamponi processati. «Troppo basso – conferma il professore – ad esempio negli ultimi due giorni ne sono stati esaminati 18mila, la media giornaliera del mese di novembre. A dicembre eravamo già scesi a 15mila, nella prima metà di gennaio siamo a 13mila. Oltretutto, solo il 40% dei test eseguiti è legato ai tamponi molecolari, gli altri sono antigenici e per quanto riguarda la percentuale di asintomatici ci confermiamo su livelli piuttosto bassi, sempre intorno al 40%, quando invece si presume che tale percentuale sia circa del 66%. Il tracciamento non funziona, ed è oggettivamente un problema».
Capitolo tipologie
In relazione alle tipologie di nuovi casi, è in calo il ‘contributo’ delle Rsa: la percentuale, che era del 9,3% e scesa al 5,8.
«Continua a salire, invece, la scuola – spiega Bianchi – e sinceramente lo considero un elemento di preoccupazione, proprio nel momento in cui si è tornati in classe anche alle superiori. Settimana scorsa eravamo al 5,8%, oggi siamo già al 7,7% e in numeri assoluti a 445 contro i 419 del precedente aggiornamento. Serve grande cautela».
Pressione ospedaliera
Altro fattore che fa suonare un campanello d’allarme è determinato dalla pressione sulle strutture ospedaliere, secondo uno schema che si ripete anche a livello nazionale, purtroppo. «Per ora le terapie intensive hanno ancora segno negativo – ammette il professore – ma la decrescita settimanale, di 11 unità, testimonia che ci siamo di fatto fermati. E anche i ricoveri ordinari, che sono scesi di 235 in sette giorni, ieri sono aumentati».
Nella nostra provincia
Per quanto riguarda l’Alessandrino, come già anticipato in precedenza, il decremento è di 162 unità: i nuovi casi settimanali, martedì scorso, erano 688 e oggi sono 526, quindi 75 al giorno. «Come all’inizio del mese di dicembre, appena usciti dalla zona rossa. Settimana scorsa erano 98, i numeri sono ancora alti, è evidente, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo vissuto un picco, per la precisione lo scorso 19 novembre, con ben 379 casi giornalieri in media». Per quanto riguarda i decessi, invece, il tasso di letalità di Alessandria, che è del 5,6%, si conferma ancora una volta superiore a quello del Piemonte, fermo al 3,6. Sul fronte guariti, infine, rispetto all’aggiornamento di martedì scorso, la provincia ne conta 790 in più. «Le restrizioni funzionano – conclude il docente – bisogna stringere i denti ancora per un po’, per quanto mi rendo conto che sia complicato».