Il direttore rimette il mandato
Pubblichiamo la lettera che il direttore, Alberto Marello, ha inviato quest’oggi al Consiglio di Amministrazione di Soged, editrice de Il Piccolo, in merito alle polemiche generate dall’edizione di venerdì 15. Sul numero di martedì 19, invece, pubblicheremo la lettera di Elisa Borghello, compagna di Matteo Gastaldo, gli interventi dei lettori e le motivazioni dettagliate di quanto pubblicato venerdì scorso.
***
Gentili membri del Consiglio di Amministrazione,
sul numero di venerdì 15 gennaio 2021 de Il Piccolo abbiamo pubblicato la notizia relativa agli esiti dell’autopsia sui tre vigili del fuoco morti il 5 novembre 2019 a Quargnento.
Gli articoli, in prima e in settima pagina, hanno generato una serie di reazioni che, se da un lato erano certamente attese, dall’altro sono sfociate in una clamorosa campagna d’odio nei confronti della testata, della redazione e, in particolare, della mia persona, in quanto autore di un editoriale con il quale si intendeva mettere in evidenza le fragilità da cui non sono avulsi neppure gli uomini in divisa.
Abbiamo solo riportato un fatto che fa parte degli atti del processo in corso e che spiega, forse, alcune strade che i procedimenti hanno preso e stanno prendendo.
Questo fatto non cambia in alcun modo la posizione dei Vincenti e le loro responsabilità così come non cambia il tributo enorme che i tre pompieri, le loro famiglie e i loro colleghi hanno pagato quella notte a Quargnento.
Purtroppo, sul senso della notizia, e sui suoi possibili risvolti, ha prevalso l’emotività che ha coinvolto alessandrini e non solo, dopo una tragedia di portata nazionale che Il Piccolo ha sempre raccontato con particolare attenzione, dedicandole anche un docufilm in occasione della festa del corpo dei Vigili del Fuoco.
Considerati, dunque, gli effetti generati dagli articoli e, in particolar modo, dal mio editoriale, le dure accuse, i gesti intimidatori, le minacce di morte nei miei confronti e nei confronti della collega Monica Gasparini, rimetto il mio mandato nelle mani della Società editrice.
È una decisione che assumo, a malincuore, per tutelare il nome della testata e del Gruppo che dirigo e il lavoro e la sicurezza della redazione e dei collaboratori tutti, che non hanno alcuna responsabilità rispetto all’accaduto.
Voglio ringraziare la ‘maggioranza silenziosa’, spaventata dal contesto di odio e violenza dei social, che in queste ore ha scritto messaggi privati a me, ai colleghi e agli indirizzi mail della redazione dimostrando comprensione e sensibilità.
Violenza e odio non sono mai la risposta.
Alberto Marello