Alluvioni e trombe d’aria, i cambiamenti climatici ‘sottovalutati’
Dagli inverni miti alla secca del Po, fino alle raffiche di vento di Alessandria. Eventi che una volta erano eccezionali, ora quasi ordinari. Ma il territorio non è preparato. Il libro-inchiesta
ALESSANDRIA – Il 2020 verrà ricordato per la pandemia di Sars-CoV2 ha messo in secondo piano una emergenza ben più difficile quanto sottovalutata, quella ambientale. Il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici sono riconosciuti quasi universalmente come problemi relativamente lontani nel tempo, a cui dovranno far fronte le generazioni future. “Niente di più sbagliato, soprattutto in Italia. Nel nostro Paese, negli ultim anni stanno aumentando i fenomeni che consideravamo eccezionali. Questo perché siamo particolarmente esposti e sensibili ai cambiamenti climatici”. A lanciare l’ennesimo allarme è Stefano Liberti che nel suo libro-inchiesta “Terra bruciata” spiega perché bisogna intervenire velocemente. Il giornalista e scrittore ha girato in lungo e in largo l’Italia, raccogliendo storie, ma soprattutto dati statistici a riprova della gravità della situazione: “Nel 2019 gli eventi catalogati come estremi sono stati 1665, nel 2020 sono stati 1500. Vent’anni fa erano 50”.
Liberti presenterà il suo libro e discuterà di ambiente nel primo incontro dell’anno del ciclo dei “Giovedì Culturali” organizzato dall’Associazione Cultura e Sviluppo (oggi, giovedì 14 gennaio alle 18 in diretta streaming).
Liberti ha visitato anche il Piemonte, dalle Langhe per capire come gli inverni miti hanno favorito il persistere dei parassiti alieni, a tutto il corso del Po, partendo da Pian del Re. “Anche Alessandria ha sperimentato direttamente gli effetti dei cambiamenti climatici”. Il tifone ad agosto, con raffiche di vento a 100 km/h.
“La realtà che ho scoperto è peggiore dell’idea iniziale che avevo. Mancano strategie nazionali. Il Recovery Plan potrebbe essere una straordnaria occasione per pensare a forti politiche per salvare i territori”.