Un anno di emergenza: Lucchini fa il bilancio del suo 2020
Intervista al primo cittadino acquese: "Come stare nella tempesta, le criticità giungevano una dopo l'altra"
ACQUI TERME – Il 2020 è stato senza dubbio un anno che ha messo a dura prova la tempra di tanti amministratori locali, nei Comuni più grandi come nei più piccoli. Ai tanti lutti causati dall’epidemia di coronavirus, infatti, in tutta la provincia si sono aggiunte gravi criticità sia a livello sanitario che socio-economico, emergenze alle quali ha dovuto far fronte anche il Comune di Acqui Terme. Abbiamo chiesto al sindaco Lorenzo Lucchini di tracciare un bilancio finale dell’anno appena trascorso.
Sindaco Lucchini, quello che ci siamo da poco lasciati alle spalle è stato certamente un “annus horribilis”; per molti sindaci una sorta di “prova di maturità”: ai tanti lutti, infatti, si sono aggiunte molte criticità sia a livello sanitario che sociale. Per lei quanto è stato difficile amministrare il 2020 acquese?
Per noi la stagione delle emergenze è cominciata in realtà molto prima, già nel novembre 2019 a causa degli eventi alluvionali. Ad ogni modo non è semplice spiegare le emozioni e le difficoltà di un amministratore durante un’emergenza sanitaria del genere, perché le criticità arrivano susseguendosi una dopo l’altra senza che vi sia il tempo di riflettere. Siamo stati catapultati in una situazione che sicuramente nessuno avrebbe potuto mai immaginare di poter vivere nel corso della propria vita. È come stare in mezzo a una tempesta e l’unica cosa che conta è riuscire a navigare per portare la nave in salvo. Si procede con un obiettivo chiaro, che è quello di uscire dalla situazione, e si mettono in campo tutte le energie per realizzarlo: si crea una rete di servizi per sostenere le persone, si iniziano ad attivare supporti economici, si cerca di fare tutto il possibile, spesso anche l’impossibile.
C’è stato un momento particolare in cui, da sindaco, ha pensato di non riuscire a far fronte alle varie urgenze del territorio? Insomma, si è mai sentito davvero in difficoltà?
Per fortuna non sono mai stato solo, e questo mi ha aiutato a non cadere nello sconforto. Ho lavorato con diverse realtà del territorio, spesso confrontandomi e collaborando con gli altri sindaci della provincia. Siamo stati come una squadra che insieme ha cercato di far fronte alle diverse criticità che si sono via via presentate. Nonostante tutto questo, non nascondo che ho vissuto momenti davvero difficili. Le immagini dell’esercito che porta le bare da Bergamo verso i forni crematori di Acqui Terme sono state dolorose e impressionanti. La situazione più complessa, inizialmente, è stata l’irreperibilità dei dispositivi di protezione da poter fornire alla rete sanitaria, alle associazioni e ai cittadini. Abbiamo letteralmente setacciato il mercato e i territori con la speranza di poter trovare nuovi fornitori. Nella nostra continua ricerca ho incrociato imprenditori, mi sono imbattuto in anime sensibili. Abbiamo avuto anche qualche autentico colpo di fortuna che ci ha consentito di aprire in tempi rapidi la terapia intensiva Covid la scorsa primavera. Nella fase iniziale, inoltre, abbiamo dovuto trovare il modo di comunicare e fare acquisire consapevolezza alla comunità del momento che stavamo attraversando, far comprendere ai nostri concittadini che gli stili di vita conosciuti sino ad allora sarebbero stati stravolti. Insomma, affrontare un’emergenza di tale portata con i pochi mezzi disponibili in un piccolo ente locale come il nostro non è stato semplice.
L’emergenza Covid ha fatto spesso emergere “sentimenti popolari” in contrasto fra loro: alla rabbia e al malcontento (spesso comprensibili) si sono contrapposte la solidarietà e l’umanità delle persone. Ad Acqui la macchina della solidarietà ha tagliato traguardi significativi. Si ritiene soddisfatto della risposta dei suoi concittadini?
Assolutamente sì. Si è sviluppata una macchina solidale senza eguali. Sono molto orgoglioso dei miei concittadini e di tutto il nostro territorio, insieme hanno dimostrato grande sensibilità e generosità. L’intera comunità si è mossa da subito e continua a stringersi all’amministrazione, alla rete sanitaria e alle associazioni di volontariato della città. Una fitta rete di interventi ha permesso di individuare risorse che sono state di fondamentale importanza per la gestione dell’emergenza e di sostegno all’intera collettività, che ho l’obbligo morale di ringraziare ogni giorno.
Non sempre “politica” fa rima con “contrasto”. Come lei stesso ha ammesso, nell’ultimo anno ad Acqui più volte maggioranza e minoranza hanno saputo cooperare per il bene dei cittadini. A livello politico, cosa le ha insegnato questa difficile esperienza?
Ad Acqui tutte le forze politiche, nonostante le numerose differenze, hanno cercato di cooperare per il bene comune. In un certo senso non si è lasciato spazio a quelle grottesche scene che si vedono talvolta a livello nazionale, in cui alcune forze politiche sembrano proiettate solo verso la campagna elettorale. In un’emergenza sanitaria di questa portata l’unità politica mostra istituzioni forti e rassicuranti. Credo che uno dei principali problemi per le istituzioni nazionali, ma vale anche per quelle locali e regionali, sia questo continuo conflitto da campagna elettorale permanente, che crea solo una costante sfiducia da parte delle persone. Nonostante le differenze che sono pur sempre il sale della democrazia, la politica è deputata a trovare soluzioni condivise per il bene comune, soprattutto nei momenti più difficili.
Quello che è appena iniziato potrebbe essere l’ultimo anno solare del suo mandato: lasciando un attimo da parte il Covid, con il quale probabilmente dovremo in qualche modo convivere ancora a lungo, su quali programmi o progetti rimasti “al palo” nel 2020 spera di poter tornare a lavorare nel 2021?
In questo 2021 prevediamo di attivare un significativo piano manutentivo e la messa in opera di importanti interventi. Diverse aree della nostra città saranno riqualificate e ristrutturate: dalla realizzazione di un parcheggio in zona Bagni alla valorizzazione del parco fluviale, per passare poi alla riqualificazione di piazza Italia fino ad arrivare alle ristrutturazioni di alcuni plessi scolastici e la realizzazione di una pista ciclabile verso Alice Bel Colle. Spero che questi progetti che abbiamo in cantiere costituiscano il primo passo per lasciarci alle spalle questo periodo così complesso.