Ristori in ritardo, “Il sistema non regge più”
Tanti esercizi commerciali - lamenta Confcommercio - non hanno ricevuto i ristori di novembre. "Insensato vietare l'asporto".
ALESSANDRIA – Confcommercio Alessandria lancia l’ennesimo grido d’allarme: alle aperture a singhiozzo che hanno annullato qualsiasi programmazione a medio termine si aggiungono i ritardi nell’erogazione dei ristori promessi dal governo. “Quelli di Natale non si sono ancora visti, ma in moltissimi casi non sono stati corrisposti nemmeno quelli di novembre”, lamenta Roberto Calugi, Direttore Generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi.
Nel giorno in cui il Piemonte è tornato ad essere zona gialla, circolano voci sui contenuti del prossimo Dpcm che per Confcommercio “sono a dir poco sconcertanti”: “non riaprire i confini regionali, nemmeno per chi si trova in zona gialla, significa infatti sancire in via definitiva la morte di tantissime attività che vivono di turismo e di consumi che provengono anche dalle zone confinanti. Inaccettabile è poi l’idea di vietare ai bar l’asporto dopo le 18. Perché questo accanimento contro una categoria che rappresenta il volto bello ed autentico dell’Italia nel mondo?
CALO DI FATTURATO
“Esiste poi un altro aspetto che non può più essere sottovalutato – precisano il presidente ed il direttore della Confcommercio alessandrina Vittorio Ferrari e Alice Pedrazzi -. Nella ristorazione abbiamo oltre 3mila imprese esodate ed anche negli altri settori questo fenomeno è fortemente presente. Ci riferiamo a tutte quelle attività che, pur essendo chiuse per lockdown ad aprile 2020, non hanno potuto fare alcun raffronto con il fatturato di aprile 2019 in quanto nel 2019 sono state inattive per varie ragioni (ristrutturazione, trasferimento di sede, ecc), rimanendo così tagliate fuori sia dalla prima che dalla seconda tranche autunnale di ristori assurdamente parametrati, lo ricordiamo ancora una volta, solo ed esclusivamente sul calo di fatturato tra aprile 2020 e aprile 2019. Il governo dia seguito al più presto anche alle richieste di aiuto di queste realtà. Il tempo è veramente scaduto. Se non si interviene diversamente oggi, con un modo differente di “convivenza” col virus e di sostegno alle imprese, una volta battuto il virus, ci volteremo a guardare le nostre imprese e non le troveremo più. Da dove ripartirà, allora, il Paese?”