Castelletto, incubo che ritorna: «Lo smaltimento dei fanghi alluvionali è troppo costoso»
Il sindaco Mario Pesce ha fatto presente la situazione alla Regione Piemonte
CASTELLETTO D’ORBA – «Quei fanghi per me possono rimanere lì». Mario Pesce, sindaco di Castelletto d’Orba pronunciò questa frase quando ancora attendeva la sentenza di assoluzione per la vicenda che ha coinvolto il suo comune in relazione ai residui alluvionali del 2014. Ora che quella vicenda si è conclusa con l’esito che tutti si attendevano, rimane la “bega” dello sgradito ricordo dell’ultimo autunno. Quanto si è depositato nell’area del centro paese per l’esondazione del rio Albara è ancora ammonticchiato nell’area del palazzetto di Castelvero. E il Comune non ha la forza economica per procedere allo smaltimento.
Pesce ha fatto il punto in una comunicazione ufficiale a Giunta e opposizione in consiglio comunale. «Il conto complessivo del trasporto in discarica – ha spiegato – ammonta a 270 mila euro. Una cifra che graverebbe in modo insopportabile sulle casse dell’ente». Un concetto ribadito anche qualche giorno fa. «Abbiamo fatto presente la situazione in Regione – prosegue il primo cittadino – e chiesto un contributo. Altrimenti non è possibile far pagare un prezzo così alto ai cittadini». L’alluvione dello scorso anno ha avuto conseguenze per certi versi persino peggiori di quella del 2014.
I pendii a monte dell’ingresso in paese, tra la Bozzolina e l’area di Colombara, sono esplose, riversando detriti sul letto del rio: una volta che l’acqua si è ritirata, tutto il materiale è rimasto sulla strade, nelle rimesse e negli angoli tra via Fracchia, via Sericano e via IV Novembre. Un autentico disastro per il quale è stato necessario, qualche giorno dopo, un intervento massiccio della Protezione Civile.