“Con la Pro Sesto noi arbitri del nostro destino”
Gregucci mette in guardia. "Senza le sei reti in una gara sarebbe la miglior difesa"
ALESSANDRIA – “Senza le sei reti in una sola gara la Pro Sesto avrbbe la miglior difesa del girone”. Segno che, per Angelo Gregucci, che il giudizio sull’avversaria non deve fermarsi all ultime tre partite. Anche perché, per potenziare il reparto arretrato che ha mostrato qualche passaggio a vuoto negli ultimi 270 minuti, la società lombarda ha appena presentato David Magonara, classe 1999, esterno che può giocare a destra come a sinistra, nelle ultime due stagioni al Lecco. “Squadra organizzata, con elementi di valore e con l’entusiasmo di una neopromossa. Che ha, comunque, 23 punti in classifica: anche questo è un numero significativo”.
Torna Suljic
Torna a disposizione Suljic dopo la squalifica: dall’inizio? “Mi prendo tutto il tempo a disposizione per valutare e decidere. Per lui come per altri interpreti. In questa stagione, per i cinque cambi e non solo, abbiamo conferme in tutte le categorie che spesso sono gli innesti dalla panchina a fare la differenza. Suljic è una scelta in più che ho, ma non mi stancher mai di ripetere che in C non è mai un unico giocatore a fare la differenza, ma la squadra. L’atteggiamento, la mentalità, l’intensità della squadra”.
Tutti disponibili, ad eccezione degli infortunati di lunga data (Gazzi, Bellodi e Frediani) che potranno rientrare dopo la sosta. Adesso ci sono due tappe in tre giorni, fondamentali. “Pensiamo alla prima, che è complicata. Ce lo dice la classifica, ce lo dicono i risultati degli avversari e la loro determinazione. E’ l’ennesima di molte finali che ci giochiamo: così la dobbiamo interpertare“.
“Non guardo la classifica”
Oggi negli anticipi il ritorno alla vittoria di Lecco (2-0 alla Pro Vercelli) e Carrarese (1-0 sull’Albino): la classifica dice che, ancora di più, per l’Alessandria il risultato è obbligato. “Io non guardo la classifica e mi concentro sugli avversari solo per raccogliere quanto mi serve per preparare la gara. Il calcio mi ha insegnato che fare conto sugli errori altrui non serve e non aiuta ad andare lontano. Noi siamo gli arbitri – insiste Gregucci – del nostro destino e delle nostre fortune“