Cuvage sul tetto del mondo: intervista a Stefano Ricagno
Grande la soddisfazione della cantina acquese e del direttore di stabilimento
ACQUI TERME – Per il secondo anno consecutivo il Cuvage Asti Docg ‘Acquesi’ ha vinto il titolo di ‘miglior spumante aromatico del mondo’ allo Champagne & Sparkling Wine World Championships. Grande la soddisfazione della cantina acquese e del direttore di stabilimento Stefano Ricagno. Lo abbiamo intervistato.
Bollicine acquesi sul tetto del mondo. E’ un grande risultato per Cuvage.
Certamente – risponde – Lo Champagne & Sparkling Wine World di Tom Stevenson è senza dubbio il concorso più importante per le bollicine di tutto il mondo. Vi partecipano le case spumantiere più famose: Moet & Chanton, Veuve Clicquot, Ferrari, Berlucchi per citarne alcune. Per Cuvage questo è il quinto anno. Già quattro anni fa c’eravamo distinti ricevendo il premio della critica con il Nebbiolo d’Alba rosé metodo classico e oggi riceviamo per il secondo anno di fila con ‘Acquesi’, il premio ‘migliore bollicina aromatica al mondo’, un riconoscimento prestigioso per una bottiglia ed una denominazione importanti.
Merito del terroir unico?
Acqui Terme è storicamente nel cuore dell’Asti, tra Strevi e Canelli, i due centri storici nella produzione di uva Moscato – spiega – Il nostro territorio esprime al meglio la qualità della denominazione. Senza paura di smentita posso dire che sulle nostre colline ci sono i migliori terreni per la prodizione di uva Moscato.
Però non tutti i produttori di Asti vincono lo Champagne & Sparkling Wine World Championships…
E’ vero. Cuvage ha investito tanto in tecnologia ma anche nelle persone. Il nostro enologo Loris Gava, un esperto di origine veneta ma con una passione sfrenata per il nostro Piemonte, sta riuscendo a valorizzare nel migliore dei modi il tesoro del nostro territorio ed esprimere la capacità dei nostri viticoltori. Una sintesi ottima che permette ai nostri prodotti di avere successo e raggiungere certi risultati.
In soldoni, come si traduce un risultato del genere?
In maggiori richieste del nostro prodotto, ma non solo. Ne beneficerà tutta la denominazione – è la previsione – Un premio del genere conferisce visibilità mondiale a tutto il territorio di origine, un valore aggiunto che potrebbe essere sfruttato. Oggi l’Asti o il Moscato d’Asti fanno grandi numeri nei mercati stranieri: Russia, America, Centro e nord Europa. La nostra bollicina nata da uva aromatica è qualcosa di unico, figlia di una terra preziosa che può attirare visitatori. Insomma il prodotto ‘vino’ potrebbe fare da traino per l’economia locale.
Vino e pandemia. Il settore vitivinicolo pare abbia sofferto poco…
In generale sì, ma il dato va ‘spacchettato’. Le vendite di Asti spumante e Moscato d’Asti nel mondo chiuderanno sicuramente con un segno positivo dopo anni però di flessioni negative. Il successo di mercato viene da America e Russia dove i commerciali delle nostre aziende hanno ben saputo fare business. Nella denominazione però ci sono anche altre realtà produttive medio-piccole che stanno soffrendo non poco perché proiettate ad un mercato limitrofo al territorio di produzione e all’horeca (ristorazione, bar ed enoteche). Con la chiusura hanno subito non poche perdite