Elezioni Moncalieri: candidato depennato dalla lista della Lega, quattro indagati
La Procura ha chiuso le indagini. La difesa sfodera i suoi argomenti
TORINO – Nome depennato dalla lista elettorale “Lega Salvini Piemonte” alle Comunali di Moncalieri: decisione politica legittima con procedure rispettate, oppure legge violata? Per i Tribunali amministrativi nessun atto illecito, ma la Procura rileva ipotesi di reato per quattro persone.
Le elezioni comunali di Moncalieri, in provincia di Torino, indette per il 20 e il 21 settembre 2020 sono finite al centro dell’attenzione per l’esclusione, con un colpo di biro, di un candidato consigliere, il dottor Stefano Zacà.
Più precisamente.
Per la Procura, quella lista elettorale fu “alterata”. “Dopo che, in vista delle elezioni comunali per la nomina del sindaco di Moncalieri, erano stati predisposti gli “atti separati” relativi alla raccolta delle sottoscrizioni per la presentazione della lista “Lega Salvini Piemonte” formata da 24 candidati (tra cui Zacà), e dopo che era stata ultimata la raccolta delle sottoscrizioni il 10 agosto 2020, l’onorevole Alessandro Benvenuto – segretario provinciale del partito “Lega Salvini Premier” e l’onorevole Riccardo Molinari, segretario regionale, disponevano su richiesta dell’onorevole Paolo Zangrillo, Segretario regionale di Forza Italia, la cancellazione del nome di Stefano Zacà. Fabrizio Bruno, delegato alla presentazione della lista, assecondando la loro richiesta, cancellava materialmente il nome del candidato, tracciando una riga su ciascuno degli “atti separati”, di fatto escludendolo dalla competizione elettorale. Depositando, il 21 agosto 2020, presso la Segreteria del Comune di Moncalieri, gli atti così alterati, insieme al principale contenente la lista “Lega Salvini Piemonte” formata da 23 candidati e priva del nominativo di Zacà, omettendo di depositarne l’accettazione della candidatura”.
Riassumendo. Per la Procura di Torino, Alessandro Benvenuto, Riccardo Molinari, Paolo Zangrillo e Fabrizio Bruno sono responsabili di aver falsificato e alterato la lista elettorale. Il pubblico ministero Gianfranco Colace, l’11 dicembre ha notificato ai quattro il 415 bis, l’avviso di conclusione delle indagini. I legali degli indagati avranno venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive.
Riccardo Molinari, Alessandro Benvenuto e Fabrizio Bruno sono rappresentati dall’avvocato Luca Gastini.
Quello a cui si andrà incontro, schermaglia politica a parte, sarà anche uno scontro tra autorevoli pareri.
La difesa Molinari, Benvenuto e Bruno si fonderà su diversi argomenti, partendo dal presupposto che furono ragioni di ordine politico a determinare il partito a limitare la lista da presentare a ventitré candidati, con l’esclusione del dottor Zacà. Il caso della lista in questione era stato preso in esame dalla Diciottesima Sottocommissione elettorale (di Torino) che non aveva rilevato alcuna illegittimità rispetto alla riduzione della lista definitiva della Lega da 24 a 23 nominativi. Anche la Prefettura di Torino, nella memoria presentata al Tar nell’ambito del contenzioso originato dal ricorso proposto da Zacà, aveva insistito per la validità e legittimità della decisione della Sottocommissione.
Il 28 agosto 2020, il Tar aveva rigettato il ricorso, con la premessa che la “singolare vicenda oggetto di causa è evidentemente frutto di una scelta politica (come emerge anche dalle notizie riportate dagli organi di informazione locali, a cui fa riferimento lo stesso ricorso). Il Consiglio di Stato, il 1° settembre quel ricorso l’aveva invece accolto, ordinando alla Sottocommissione elettorale del Comune di Moncalieri di inserire il candidato nella lista elettorale alla posizione numero 3 come negli atti separati.
Quindi, secondo la difesa: la Sottocommissione, la Prefettura e il Tar Piemonte hanno ritenuto legittime sia la presentazione della lista che l’esclusione del candidato, mentre il Consiglio di Stato ordinò di includere nuovamente il nome depennato senza però rilevare atti o comportamenti illeciti. Una corposa documentazione tenderà a dimostrare l’assoluta trasparenza della presentazione della lista. Lo stesso candidato, proponendo il suo reinserimento, prospettò una qualche violazione penale. L’unico profilo di discussione riguarderebbe quindi la sussistenza o meno della facoltà del partito di presentare la lista escludendo uno o più degli originari candidabili.
I fronti di accusa e difesa sono distanti. Ora bisognerà attendere di prossimo passo della Procura.