Agriturismi: «Troppa burocrazia, e i bonus “a pioggia” servono a poco»
Franco Priarone, presidente provinciale di Agriturist, è titolare della tenuta "La Rossa" a Morsasco
ACQUI TERME – Dopo mesi di impasse la Regione ha sbloccato le domande in sospeso per gli agriturismi ricompresi nel «Bonus Piemonte». La Dgr porta la firma dell’assessore al Turismo, Vittoria Poggio, che dopo aver ascoltato e accolto le istanze degli imprenditori del settore ha chiesto e ottenuto di approvare il documento che accelera le procedure per l’erogazione dei risarcimenti. L’accesso ai contributi è legato al vincolo di non aver già ricevuto il «Bonus Turismo» della scorsa primavera e di rientrare nel codice Ateco «non primario» 56.10.12. Il codice in questione è quello che si riferisce alla ristorazione connessa alle aziende agricole e che prima dello sblocco eludeva la possibilità di usufruire dei risarcimenti. «La polifunzionalità degli agriturismi purtroppo si traduce in un mare burocratico di difficile navigazione. Devo dire – dichiara Lorenzo Morandi, presidente regionale di Agriturist – che la Regione si sta però dimostrando particolarmente sensibile alle problematiche legate al settore». Anche perché parliamo di attività che rivestono un ruolo fondamentale per il tessuto economico regionale, ma i cavilli normativi rappresentano spesso un ostacolo, «basti pensare che nel primo lockdown per il delivery si è resa necessaria un’ordinanza regionale ‘ad hoc’, perché altrimenti gli agriturismi che fanno anche ristorazione non avrebbero potuto lavorare su asporto a causa delle autorizzazioni sanitarie molto stringenti».
Questo secondo lockdown causerà un tracollo peggiore del primo
«Questo secondo lockdown causerà un tracollo peggiore del primo», è impietosa l’analisi di Franco Priarone, presidente di Agriturist Alessandria, titolare dell’agriturismo ‘La Rossa’ di Morsasco. «Nel periodo estivo, in particolare nei mesi di giugno e luglio, per quanto ci riguarda abbiamo lavorato parecchio, direi quasi più del solito rispetto agli anni scorsi. È sembrato davvero un periodo di rinascita, ma questa seconda serrata per tutto il settore è stata una vera mazzata». Nonostante il periodo invernale rappresenti di solito un periodo interlocutorio per gli agriturismi della provincia soprattutto dal punto di vista ricettivo, in quest’annata già abbastanza difficile i pranzi e le cene di Natale avrebbero garantito un’importante fonte di ossigeno, «quantomeno avremmo potuto contare su un discreto bacino di clientela locale che ci avrebbe permesso di mantenere un certo standard di guadagni. Così, invece, molte strutture rimarranno chiuse, compresa la mia». L’agriturismo di Franco Priarone, come tante altre realtà in provincia, è anche Fattoria Didattica, «ma quest’anno, ovviamente, tutte le visite guidate con le scuole e i gruppi di bambini sono saltate».
Franco Priarone è stato uno di quei fortunati ad aver ricevuto il contributo economico previsto dal Bonus turismo della scorsa primavera, «1300 euro che di certo fanno piacere ma che non rappresentano ovviamente la soluzione al problema». Apprezzabili, però, gli sforzi fatti dalla Regione: «I voucher vacanza (acquistabili fino al 31 dicembre) elargiti tramite i consorzi Sistema Monferrato e Terre di Fausto Coppi che danno diritto a due notti gratis su tre sono un’ottima iniziativa – spiega il presidente provinciale di Agriturist – che dà un po’ di fiducia al settore. Anche se, obiettivamente, non so quanti avranno modo di riaprire le proprie strutture ricettive il prossimo anno». Cosa fare, dunque, per risollevare le sorti delle aziende della provincia? «Servono misure che possano oliare il sistema per permettere una reale ripresa del turismo enogastronomico, gli interventi “a pioggia” servono a ben poco».