“Il virus rallenta anche in provincia. Ma serve una svolta”
ALESSANDRIA – Una piccola luce dopo settimane molto complicate. Certo, la situazione resta critica e i progressi fin qui registrati sono ancora troppo timidi, ma finalmente la curva appare in lieve discesa anche nella nostra provincia.
«Se il Piemonte conferma un andamento estremamente positivo – chiarisce il professor Carluccio Bianchi, docente Upo – con una media di 1600 casi al giorno, quando solo due settimane fa eravamo a 3200 contagi quotidiani, Alessandria va ancora a ritmo molto ridotto. Però inizia a scendere. Che il calo sia effettivamente poco pronunciato lo si evince guardando la ‘classifica’ dell’incidenza ogni 100mila abitanti: la nostra provincia, infatti, purtroppo si conferma al primo posto, con 269 nuovi episodi settimanali, davanti al Piemonte, 258, e all’Italia, che con 234 ha superato la Lombardia, ferma a 227. Il buon andamento del Piemonte è determinato da Torino, che continua a calare e che in sette giorni ha registrato 1900 casi in meno, ma finalmente anche Cuneo va molto bene, con una riduzione in percentuale addirittura del 46%. Noi siamo a meno 23%, peggio fa soltanto Asti, che è al 18%».
161 casi al giorno
Ad Alessandria, facendo il paragone tra la settimana conclusa ieri e quella precedente, il bilancio è il seguente: scendiamo da 1457 a 1129 casi, meno 328 in termini assoluti e arriviamo a una media di 161 casi al giorno. «Nell’aggiornamento precedente i contagi quotidiani erano 208 – spiega Bianchi – mentre 14 giorni fa eravamo a 248. La riduzione c’è, ma andiamo ancora troppo piano, soprattutto se si considera che a livello regionale il calo, come sottolineato in precedenza, è intorno al 50%. Le notizie migliori arrivano dai guariti, addirittura 1480, 211 al giorno, mentre i decessi erano stati 74 e ora sono 54. Ancora tanti. In Piemonte scende ancora la pressione ospedaliera, perché le terapie intensive sono passate da 388 a 345, i ricoveri ordinari da da 4737 a 4234. Quasi 500 in meno».
Quale scenario?
Aspetto importante da sottolineare è che sta di nuovo aumentando la percentuale di asintomatici, almeno in base ai dati ufficiali forniti dall’Unità di Crisi. «Probabilmente sta ricominciando un minimo di tracciamento – conclude Bianchi – anche se siamo ancora lontani dai numeri della scorsa estate. Prospettive? Speriamo di confermare, e soprattutto di accelerare, la tendenza di questi ultimi giorni: al momento abbiamo bisogno di una svolta che purtroppo non c’è ancora. Evitando, ovviamente, pericolose fughe in avanti.