L’appello di Jurij Ferrini: «Investiamo in cultura in Provincia»
Cultura e teatro, parla l'attore e regista ovadese
OVADA – «In ogni paese c’è una chiesa ma non un teatro, un “tempio laico”». Jurij Ferrini è partito da Ovada per diventare il regista e l’attore affermato nel panorama nazionale che è oggi. «La Chiesa è il posto dove le persone cercano conferme e risposte – prosegue – il teatro è il posto in cui nascono i dubbi e le domande sull’animo umano».
Gli inizi ovadesi di Ferrini si sono incrociati con quelli di Fausto Paravidino, più giovane, altro protagonista di spicco della scena teatrale nazionale che alla sua visione della provincia ha dedicato anche il suo film “Texas”. «Ho iniziato a frequentare il mio primo corso di teatro ad Ovada – racconta Ferrini – una volta a settimana con Roberto Pierallini che veniva da Alessandria». I primi rudimenti di dizione e lavoro attoriale circa 30 anni fa. «Quanti ne sono passati – scherza – lo ricordo come un periodo costruttivo in un contesto vivace per coltivare sogni».
Nonostante il periodo difficile, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, il cinquantenne attore e regista ovadese trova il tempo di guardare al futuro. «Il Teatro dovrebbe tornare soprattutto nelle province – aggiunge Ferrini – ma purtroppo oggi il “Covid-19” ha fatto scoppiare sul quale si regge. Da anni deprivato di risorse da uno Stato cieco e sordo sul piano culturale. Questo si riflette anche nelle persone che hanno sempre meno una coscienza collettiva culturale nobile». Un esempio? «Sembra incredibile che si portino le persone in pullman nelle grandi città per vedere il teatro, senza pensare che far venire una compagnia teatrale in provincia porterebbe ricchezza».