“Sentenza importante. Le giocatrici avevano ragione”
Daniela Simonetti (Changethegame): "Il tecnico colpevole di espressioni sessiste, omofobe e discriminatorie"
NOVI LIGURE – “La sentenza della Disciplinare, che ha squalificato per nove mesi Maurizio Fossati, allenatore della Novese, è molto importante. Proprio per le motivazioni: ‘espressioni e comportamenti atti a denigrare e/o insultare le proprie giocatrici per motivi legati all’orientamento sessuale e all’aspetto fisico’. Significa che Fossati è stato ritenuto colpevole di insulti sessisti, omofobi e discriminatari. E’ una pronuncia che segna un precedente, anche nel calcio”. Daniela Simonetti, presidente di Changethegame, che si batte contro ogni forma di abuso nello sport, soprattutto su donne e minori, ci tiene a sottolineare il valore della pronuncia della Commissione. “Va sottolineato che nove mesi sono più del doppio del minimo edittale per l’incolpazione: anche questo è significativo”.
Leggi qui le motivazioni della sentenza e il parere del legale di Fossati
Dunque è una pronuncia che “dà ragione alle giocatrici e alle loro famiglie (Changethegame ne segue quattro delle otto coinvolte, ndr). Alle ragazze va il nostro grazie: hanno fatto il loro dovere di tesserate, testimoniando alla Procura federale quando hanno vissuto e subito. Le motivazioni della sentenza confermano la fondatezza delle loro dichiarazioni: tutte possono andare a testa alta ed essere fiere. E se anche nel calcio, la questione femminile potrà essere affrontata liberamente è anche merito loro. Che sono state esposte al pubblico ludibrio, con la pubblicazione dei loro nomi: una delle atlete è minorenne, di questo dovrà rispondere Walter Pettinati, editore di www.calciodonne.it, che è iscritto all’ordine dei giornalisti della Toscana, a cui è stata inviata la segnalazione, perché la trasmetta al Consiglio di Disciplina”.
“Serve coraggio”
La Disciplinare, però, non ha accolto uno dei capi di accusa, quello relativo a molestie e stalking nei confronti di una giocatrice. “Questo nonostante la testimonianza diretta della calciatrice, confermata da quella delle compagne. La Commissione non ha tenuto conto di pronunce della Corte di Cassazione sui reati di violenza e abusi sessuali che, di qualunque genere e in qualunque contesto, non hanno spettatori. La Suprema Corte ha sentenziato che “le dichiarazioni della vittima possono essere assunte, ache da sole, come prova della responabilità dell’imputato, non necessitando di riscontri esterni”. Alla Disciplinare, sotto questo aspetto, è mancato il coraggio – aggiunge Simonetti – ma pur nell’autonomia che la giustizia sportiva rivendica, le dichiarazioni di chi subisce violenza sono prove dirette. Nel momento in cui si tenta di baciare una persona senza il suo consenso, si configura una violenza: l’assenza di testimoni non toglie la responsabilità dall’autore”.
Il grado di prova per un giudizio di condanna nel procedimento disciplinare sportivo è doveroso? “Deve essere superiore alla semplice probabilità, ma inferiore alla esclusione di ogni ragionevole dubbio. Per questo è adeguato un grado inferirore di certezza, sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti. Se nel processo penale sono sufficienti le dichiarazioni della persona offesa e, anche, la confidenza resa dalla vittima a terzi, a maggior ragione una simile prova dovrà essere considerata valida e sufficiente nel giudizio sportivo”.
Battaglia per le donne
Ci tiene, Daniela Simonetti, a ribadire che l’impegno di Changethegame non è una battaglia contro Fossati e l’avvocato Matteo Sperduti, ma per la tutela delle donne nel calcio, da parte dell’ordinamento sportivo. “Ci aspettiamo, dall’appello, una sentenza migliorativa, per le giocatrici e le loro famiglie“. La Procura Figc impugnerà la pronuncia dlla Disciplinare e lo farà Giuseppe Chiné, che la guida, magistrato del Consiglio di Stato. “Changethegame sarà, nei prossimi giorni, al tavolo con Figc e Aic per una battaglia comune contro gi abusi su donne e minori nel calcio: in quella sede – aggiunge Daniela Simonetti – porteremo anche il caso della Novese. Le giocatrici hanno diritto a continuare la loro attività: denunciare non è facile, andare alla sbarra è pesante, lo hanno fatto e l’esito del primo grado conferma che hanno detto il vero“. Perché non sono stati prodotti foto, screenshot e altro materiale? “Le ragazze lo hanno presentato alla Procura. Sarà riproposto in appello: abbiamo ulteriori prove”.