Perché non dobbiamo esagerare con l’alcol neppure durante le vacanze natalizie?
Siamo ormai a poche settimane dalle feste Natalizie che, come ogni anno, nonostante la situazione particolare, porteranno cibi e bevande in abbondanza sulle nostre tavole. E, vuoi perché ci sono i pranzi di famiglia, o perché prendiamo gli aperitivi con gli amici, o perché brindiamo alle feste, il consumo elevato di vini e alcolici, superiore al consumo abituale, sarà una certezza per molti.
Il brindisi e le bevute in compagnia non sono semplicemente un accompagnamento al pasto, ma assumono spesso una connotazione di forte legame sociale, un modo per stare insieme in allegria, per salutare qualcosa che va o qualcosa di nuovo che arriva. Purtroppo però è bene rendersi conto che l’abuso, anche per tempi limitati, di vino, aperitivi, liquori è dannoso per la salute e può diventare, in casi estremi, molto pericoloso. Per questa ragione consumare bevande alcoliche richiede una sorta di attenzione; bere sapendo come, quanto e cosa si beve è fondamentale per non incorrere in rischi per la nostra salute. Attualmente le statistiche più recenti dicono che gli incidenti, non solo stradali, ma per esempio quelli sul lavoro, legati al consumo di alcolici sono circa 25 su 100.000, di cui il 6,5% nelle donne. Gli eventi cardiovascolari, in un anno, dovuti all’abuso di alcol sono invece 100 ogni 100.000.
Tutti noi abbiamo letto di gravi incidenti stradali causati da ubriachi, di ragazzi giovani finiti in ospedale in coma etilico, persone che rischiano la vita per non essersi controllati nel bere. Cerchiamo allora di capire quali siano i rischi a cui siamo esposti e quali siano le false credenze legate al consumo di alcolici. La prima cosa che vale la pena sottolineare è che ognuno ha una sensibilità differente nei confronti dell’alcol e questo dipende dal fatto che è diversa la velocità con cui tale sostanza è metabolizzata ed eliminata dall’organismo. Sfatiamo subito un mito comune: l’alcol non viene eliminato tal quale per via urinaria, come molti sono portati a credere. Certamente, fra gli effetti che determina, c’è una notevole produzione di urine o, per usare un termine corretto, un’elevata diuresi. Nonostante questo però l’alcol è smaltito al 98% attraverso il fegato, con la formazione di intermedi metabolici molto tossici, ancora più dell’alcol stesso e, quindi, bere molto sottopone il fegato ad un lavoro intenso ed usurante. L’alcol induce un senso di intorpidimento, un’alterata capacità di percezione della realtà, un senso di euforia che può portarci a compiere atti o manovre sbagliate, rallentando i nostri riflessi, anche quando ci sentiamo apparentemente sobri.
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In Italia il tasso alcolemico è stato posto a 0,5gr/l, un valore che è in realtà abbastanza basso, ma, in soggetti sensibili e predisposti può già determinare uno stato alterato. C’è un fattore che condiziona enormemente gli effetti che l’alcol introdotto avrà sulle nostre capacità cognitive e motorie ed è l’assunzione a stomaco vuoto o a stomaco pieno. Questo è uno degli errori tipici dei ragazzi giovani, che approcciano anche semplicemente vino o alcolici bevendo uno o due bicchieri senza mangiare nulla. Il risultato può essere una bomba perché l’alcol viene rapidissimamente assorbito dallo stomaco, passa in circolo nel sangue e arriva al cervello determinando quasi uno stato di torpore, stordimento, perdita del contatto con la realtà e, nei casi peggiori, richiede una corsa al pronto soccorso. Per questo motivo dicevo sopra che non basta sapere cosa si beve o quanto si beve, parametri indubbiamente fondamentali, ma importa imparare a bere, nel modo corretto, riempendo lo stomaco e rallentando quindi l’immissione in circolo dell’alcol.
Ma quanto incidono in realtà per esempio un bicchiere di vino o una birra o una grappa? Il contenuto alcolico di queste bevande è molto diverso. Un bicchiere di vino da pasto, circa 125ml, a 12° apporta 12 grammi di alcol, mentre 40ml di una grappa a 40° equivalgono a 13 grammi di alcol. Esistono tabelle di riferimento che tengono conto di sesso, età, stomaco vuoto o pieno, ma, per fare una media, due bicchieri di vino e un digestivo sono già sufficienti a portarci al valore limite tollerato. Chiaro quindi che ogni volta che ci troviamo in compagnia e beviamo un aperitivo, poi qualche calice di vino, magari uno spumante e poi un digestivo, siamo ben oltre il limite di legge. Necessario quindi prestare molta attenzione, sia per la nostra salute in primo luogo e, se vogliamo, anche per non incorrere in sanzioni amministrative, abbastanza onerose.
Quali sono gli effetti negativi dell’alcol sul nostro organismo che possono insorgere dopo una bevuta eccessiva? In primo luogo certamente gli effetti a carico del sistema nervoso, che va incontro a una sorta di “addormentamento” con una prevalenza di uno stato inibito e quindi intontimento, riflessi lenti o assenti, sonnolenza. Un altro effetto che si manifesta è l’ipotermia, cioè l’abbassamento della temperatura corporea: è un forte vasodilatante e fa perdere calore al nostro corpo. Molti ricorderanno il caso di un ragazzo di circa 18 anni che, ubriaco fradicio, si è addormentato a bordo piscina in pieno inverno ed è morto per ipotermia. Inoltre l’alcol non aiuta a digerire, come molti credono, ma anzi rallenta la funzionalità dello stomaco e ne irrita la parete provocando stati infiammatori anche dolorosi. I ragazzi molto spesso bevono pensando di migliorare le loro relazioni sociali e in particolare l’aspetto sessuale, ma in realtà, ahimè, anche questo viene fortemente depresso. Terminiamo dicendo che non esiste una cura per l’ubriacatura, non possiamo tornare sobri e normali con una pillola o una tisana, ma l’unico modo è solo aspettare che passi senza lasciare strascichi.
Esistono poi gli effetti sulle lunghe distanze temporali, per coloro che sono bevitori abituali e si espongono a grandissimi rischi. Questo è tutto un altro aspetto e riguarda una patologia diffusa e frequente che va sotto il nome di alcolismo, cosa che esula ovviamente dal consumo acuto che faremo durante le feste.
La morale è quindi facile: va bene bere, ma con la testa, consci dei rischi a cui si va incontro ogni volta che si solleva un po’ troppo il gomito.
Non resta quindi che inviarvi un prosit virtuale e un arrivederci alla prossima puntata!
*Universita’ del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
Dip. di Scienze e Innovazione Tecnologica
valeria.magnelli@uniupo.it