“Fossati accusato di azioni mai commesse”
I nove mesi di squalifica, contro cui farà appello, per frasi denigratorie e discriminatorie
NOVI LIGURE – “Adesso che la Disciplinare ha reso note le motivazioni della sentenza, è arrivato il momento di chiarire la posizione di Maurizio Giuseppe Fossati, che si è visto addossare accuse forti, poi non riscontrate in sede di giudizio”. L’avvocato Matteo Sperduti (dello studio Lex Pontina, con sede a Latina e un ufficio a Trento) aveva annunciato un intervento non appena la Commissione avesse spiegato le ragioni dei nove mesi di squalifica (la Procura federale aveva chiesto 5 anni). “Il mio assistito – sottolinea Sperduti – è stato oggetto di una ricostruzione dei fatti non supportata da elementi e riscontri obiettivi, soprattutto per le accuse di ‘avance sessuali’ o ‘tentativi di baci a una calciatrice‘”.
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Perché la squalifica?
Lo stop fino al 31 agosto 2021, così è scritto nella motivazione, è stato deciso dalla Disciplinare “per la condotta, ampiamente comprovata, consistente nell’aver ripetutamente e abitualmente rivolto frasi denigratorie e discriminatorie per l’aspetto fisico e l’orientamento sessuale nei confronti di alcune calciatrici quando era allenatore della Novese Calcio Femminile e per essere venuto meno ai principi di lealtà, correttezza e probità”. Per simili addebiti la sanzione minima è 4 mesi, “ma il comportamento tenuto fa ritenere congrua una sanzione di più del doppio del minimo”.
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La Disciplinare ha ritenuto di non dover tenere conto di altre accuse della Procura federale perché non sufficientemente provate (i presunti comportamenti vessatori e ossessivi nei confronti di una giocatrice). Mancano, ad esempio, fotografie e messaggi telefonici “su cui è stato formulato – si legge ancora nella motivazione – l’atto di incolpazione. Le sole dichiarazioni rilasciate dalla calciatrice appaiono insufficienti a ritenere comprovati i fatti in oggetto, perché prive di qualsisi riscontro oggettivo. Tali non sono le dichiarazioni delle compagne di squara che si limitano a riferire fatti appresi dalla stessa calciatrice, senza che nessuna di loro abbia conoscenza diretta. Anche le affermazioni della giocatrice stessa si rivelano, in alcuni passaggi, poco chiare“.
“Non c’è stata estorsione”
Per quanto riguarda l’altro capo di imputazione – il padre di una atleta ha sostenuto di aver subito un ricatto per ottenere lo svincolo della figlia – il file della registrazione audio della conversazione c’è, ma secondo la Discipinare la frase contestata (“tua figlia sta qua fino alla fine dell’anno, altrimenti porti la moneta, se vuoi”) è da “inserire in una conversazione dai toni concitati e conflittuali, nella quale vengono utilizzate anche altre espressioni gravemente denigratorie”. Inoltre “l’affermazione relativa allo svincolo della ragazza, così contestualizzata, non si ritiene possa assurgere a una ipotesi di minaccia o estorsione, ma semmai consente di confermare il comportamento tracotante del deferito e costituisce comunque violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità”
“Un semplice vociferato”
Il legale di Fossati sottolinea che “la Procura federale non ha provato con riscontri oggettivi quanto riferito dalle calciatrici nelle loro audizioni. Tali episodi sono stati definiti dalla Disciplinare come un semplice ‘vociferato’ all’interno dello spogliatoio. Le dichiarazioni accusatorie, rilasciate da giocatrici che non hanno neppure denunciato in prima persona il mister, risutano prive di materiale probatorio. Non sono depositate in giudizio foto, immagini, messaggi o altro materiale: questo ha ingenerato una fuga di notizie non corrispondenti alla realtà dei fatti tale da far considerare Fossati come un ‘mostro’ a da farlo accusare davanti all’opinione pubblica per fatti mai commessi, e che sono oggetto di valutazione da parte della Procura della Repubblica di Alessandria”. Fossati, infatti, ha denunciato le autrici delle dichiarazioni e il padre di una di loro.
La difesa sostiene di aver depositato elementi “che dimostrano la buona fede dell’allenatore e le azioni, al contrario, commesse da altre ed altri, che si discostano da quanto questi ultimi hanno poi raccontato in diverse interviste”.
“Smonteremo anche le accuse residue”
Sul punto che ha determinato la squalifica “la motivazione non parla di dichiarzioni omofobe o di body shaming, anche in questo caso non ci sono elementi chiari per determinare una condotta dell’allenatore che non ha mai offeso le sue calciatrici, come contestato dalla Procura federale. Abbiamo prodotto testimonianze che smontano questa contestazione e presenteremo appello perché la decisione di primo grado non permette di salvaguardare integralmente la figura di Fossati. Il tecnico nega di aver usato toni atti a denigrare e offendere le sue atlete, né sul piano fisico, né su quello personale. Arriveremo a dimostare la sua estraneità anche per questi fatti”.