Favretto ricorda Riccardo Coppo e Paolo Ferraris
"Lavorarono insieme nell'impegno amministrativo e nel confronto politico"
CASALE – Il 2 dicembre del 2014 morì l’ex sindaco di Casale Riccardo Coppo. Diversi anni prima nello stesso giorno nel 1996 la comunità casalese diceva invece addio a Paolo Ferraris, stimato politico a livello locale e regionale.
Lo storico monferrino Sergio Favretto ha deciso di celebrare l’anniversario con uno scritto.
«Lavorarono insieme, per decenni, nell’impegno amministrativo e nel confronto politico. L’assessore Paolo Ferraris partecipò sempre alle decisioni di Riccardo Coppo, offrì il prezioso contributo di analisi economica e gli spunti progettuali. In Regione Piemonte Paolo Ferraris fu il riconosciuto paladino della modernità amministrativa sposata alla dimensione sociale e territoriale periferica. Ferraris fu l’amministratore speculare a Torino di ciò che fu Coppo nel Monferrato.
Ricordare la loro esperienza vuol dire richiamare a noi stessi come è possibile fare amministrazione in modo innovativo e efficace, non effimero e autoreferenziale.
(Paolo Ferraris)
Riccardo Coppo sosteneva: “…Si deve affermare un interesse e una mentalità pubblica di tipo attivo, cioè un intervento di promozione e attuazione dello sviluppo urbano, considerato come il completamento necessario dell’intervento più tradizionale di salvaguardia e di formazione del processo di sviluppo… La situazione attuale sembra suggerire con sempre maggior forza strumenti preferenziali di intervento che vedano una cooperazione tra pubblico e privato… Sembra maturare l’esigenza di superare la visione ideologica dell’urbanistica per aderire al suo ruolo strumentale per l’azione di governo… Un’urbanistica al servizio dei meccanismi di produzione urbana, più che di controllo di questi meccanismi in quanto il loro controllo è determinato più con le politiche che con le normative. Allora, il vero problema non sembra quello di inventare nuove procedure e nuovi strumenti, ma di affrontare con politiche chiare e determinate questi nodi. Dare efficienza alle strutture pubbliche perché attuino le politiche scelte, svolgendo quel ruolo di servizio che è richiesto ad un paese moderno e ad una città che si ispiri alla cultura urbanistica europea”…”L’equazione maggior sviluppo uguale maggiore occupazione non è più un fatto automatico. Per questo sono necessarie specifiche misure in grado di stimolare l’occupazione…la prima risposta che il Comune ha dato è stata quella di favorire ogni possibile iniziativa di sviluppo e di crescita della nostra città, con una mentalità aperta e moderna. Si è immediatamente reso possibile l’ampliamento della Iarp; l’ampliamento della Gaiero; lo sviluppo dell’area industriale di Strada Valenza; il recupero della Maniseta, della Sanber. Ora si punta ad un polo di servizi, con posta, banca, bar ristorante e motel in zona industriale vicino al casello; si stanno predisponendo i piani urbanistici per la trasformazione di aree importanti in Corso Indipendenza ove la Buzzi, oltre alla sede del gruppo, si prepara a dar vita a grossi investimenti… Il risanamento delle imprese è stato un fatto positivo, ma oggi la situazione deve essere riequilibrata con un intervento politico.
La linea vincente è creare nuove occasioni di lavoro autonomo… Disoccupazione e povertà sono i temi che rischiano oggi di compromettere la coesione sociale. La risposta passa attraverso la capacità di ricostruire il significato dello sviluppo economico nella solidarietà tra le generazioni…per questo, negli ultimi anni, ci siamo preoccupati di creare un contesto favorevole alla riscoperta e valorizzazione della nostra città, per farla entrare in un circuito virtuoso e non di decadimento. Per far questo è stato necessario introdurre metodi di amministrazione e confronto politico che, per mentalità e contenuti, fossero radicalmente nuovi e rigorosi: è stata fatta la scelta della buona amministrazione legata ai valori indispensabili dell’imparzialità e della trasparenza, uniti alla capacità progettuale di disegnare e realizzare per Casale le infrastrutture pubbliche necessarie alla sua crescita, unendo ad esse un clima di convivenza civile e sociale produttivo di iniziative private volte comunque all’interesse pubblico. Solo amministrando con rigore e senso di responsabilità si possono guarire i mali di cui soffre la vita pubblica italiana: solo dicendo quel che si pensa e facendo quel che si dice, si creano le condizioni per rivitalizzare un tessuto civile, sociale ed economico bisognoso di certezze e dinamicità; solo mantenendo leale il rapporto con gli alleati di governo si riesce, con spirito di squadra, a dare le risposte migliori per la nostra città”.
(Riccardo Coppo)
Nel pieno della battaglia contro l’inquinamento dell’Eternit, battaglia iniziata con la determinante ordinanza del 2 dicembre 1987, Coppo ricordava: “Si tratta dunque di guardare alle questioni essenziali che non possono essere trascurate:
– Aver provocato la più grande strage da inquinamento con 1800 morti.
– Aver fatto proseguire la lavorazione dell’amianto quando già si sapeva che l’amianto era cancerogeno e aver operato per nascondere la nocività.
– Aver fatto fallire in modo dubbio l’Eternit di Casale nella floridezza della holding, attestata dalla smisurata ricchezza del suo azionista.
– Aver abbandonato lo stabilimento ed il suo colossale carico di morte sulla città senza assicurare alcun intervento di bonifica, che ha dovuto essere realizzata dal Comune con ingenti spese.
– Trent’anni di lotta della città, a sostegno delle famiglie colpite, per ottenere giustizia, per far cessare l’uso dell’amianto nel mondo hanno portato al colossale processo di Torino senza il quale non ci sarebbe stata l’offerta ricattatoria di Schmidheiny per alleggerire la sua posizione nel processo.
Per tutte queste ragioni il Comune, istituzione dello Stato, rappresentante dei cittadini, dei valori della città e della sua lotta coerente, conserva e rafforza la sua dignità solo se fa il suo dovere fino in fondo, senza accettare passivamente le condizioni ricattatorie di Schmidheiny che ci renderebbero complici delle morti future nel mondo.”