“Ciao maestro”. Un lungo applauso per Giardi
La lettera della figlia Silvia, il ricordo degli allievi, il saluto della federazione
VALENZA – Un lungo applauso, la lettera della figlia Silvia, i ricordi e le lacrime degli allievi, la commozione del sindaco Maurizio Oddone e di tanti rappresentanti della vita politica e associativa valenzana, presenti in Duomo prima di tutto come amici di Mario Giardi. Accanto alla cattedral decine di manifesti, un segno dell’affetto verso una persona speciale.
“Un uomo grande – come ha sottolinato il parroco, don Giusepp Bodrati – lo dimostrano anche le centinaia di messaggi di chi ha manifestato il suo affetto condividendo momenti vissuti insieme a Mario. Abbiamo bisogno di testimoni di valori come è stato Giardi, un esempio di dedizione agli altri, di gentilezza, di cordialità”.
Nelle prime file la signora Luciana, compagna di una vita, “a 14 anni vi siete conosciuti – scrive la figlia Silvia – Accanto a te, papà, tutto era possibile: si poteva vincere o perdere, ma siamo diventati tutti più forti. Abbiamo una grande resposanbilità, proseguire sulla strada che ci hai insegnato.Parleremo sempre di te, anche qualche battuta in dialetto. Ti terremo vivo sempre in mezzo a noi”.
La commozione anche nelle parole di Enrico Beltrame. “Sei stato maestro, amico, fratello, anche padre. Ci hai insegnato che, sul tatami , e sempre, si affrontano le sfide prima di tutto con il rispetto degli altri”. Un altro allievo ha ricordato la decisione di lasciare la palestra e poi il bisogno di ritornare, “e tu mi hai accolto e mi hai ributtato sulla materassina, perché sapevi che il Judo Ginnic Club era la mia casa”.
Al presidente dl comitato regionale della Federazione Fabrizio Marchetti (accompagnato dal vicepresidente Roberto Borgis, responsabile del settore judo) portare l’abbraccio e il ricordo del presidente nazionale e di Giovanni Malagò, presidente del Coni “a una persona che tanto ha fatto per il judo e per lo sport nazionale. Un entusiasta, un appassionato, che ha contributo in maniera enorme alla crescita del movimento. Siamo tristi, piangiamo, ma Mario è stato l’uomo del sorriso sempre e adesso ci vorrebbe sorridenti e determinati a portare avanti il suo impegno”.
L’ultimo abbraccio alla bara è di Luciana. Ancora applausi. Fai buon viaggio maestro.